Bocconcini fantasia e... Auguriii !
31 dicembre 2010
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Adoro preparare antipasti in versione finger, nonché dip. Mi piace moltissimo intrattenere così gli amici invitati a cena, mentre preparo il primo, chiacchierando e pizzicando e bevendo del buon vino insieme.
L' idea di questi bocconcini mi si è accesa per utilizzare uno stampo in silicone che già da alcuni anni giace disoccupato in un angolo dell'armadietto. Lo avevo preso pensando a dei biscotti, ma in realtà i biscotti che faccio sono sempre per le formine, quindi non l'ho mai adoperato.
E per valorizzare la torta salata, così' datata che ormai non posso più nemmeno sentirla nominare, ma come svuotafrigo è perfetta, che si fa?
Si prende la pasta sfoglia (io non la faccio ancora in casa, la prendo fresca), si tagliano dei quadretti di una dimensione di 5 x 5 cm, che nei miei stampini entrano bene a formare una sorta di cestino e rimangono abbondanti ai bordi.
Poi si fa un ripieno, che in genere può essere ispirato dalla voglia del momento o magari dagli ingredienti protagonisti del "fuori tutto" del giorno...
Io in questo caso ho utilizzato una fetta di emmenthal e della pancetta affumicata tritati e una zucchina tagliata a julienne, con un uovo intero ed una manciata di grana. Regolato di sale e pepe, ho riempito i cestini con un cucchiaino del composto ed ho cotto in forno ventilato per 12 - 14 minuti ( o comunque fino a doratura dei bordi dei cestini).
Proprio come le ciliegie, uno tira l'altro e magari sono un'idea dell'ultimo minuto per la cena di stasera.
Con l'occasione, un augurio di cuore per un 2011 pieni di buoni intenti e, più di tutto, della vera volontà di metterli in pratica!
Risotto alle pere, strachìtunt e nocciole
29 dicembre 2010
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Scegliere ingredienti del proprio territorio per la cucina, sia di tutti i giorni che "della domenica e feste comandate"... un must che è giusto tenere presente nel preparare il menù di casa.
Nel nostro territorio le specialità di cucina sono poche, di fondo siamo gente rustica, essenziale e le cose che ci vengono dalla natura, che pure è generosa nei nostri boschi, non sono state troppo considerate. I palati un poco rudi non hanno nel tempo valorizzato a dovere quanto a loro disposizione, magari elaborando prodotti e piatti tipici come si è fatto invece in altri territori.
Tra le nostre specialità però, qualcosa che merita grande risalto c'é: il Taleggio. In particolare, dalla Valtaleggio arriva lo strachìtunt (tradotto dal bergamasco "stracchino tondo") un meraviglioso formaggio erborinato, dal gusto dolce e dalla consistenza a tratti cremosa.
Adoro i risotti ed avendo ricevuto in dono da amici di mio marito un bellissimo vassoio di formaggi misti della Valtaleggio, ho preparato un risotto con della pera e, per mantecarlo ho usato dello strachìtunt; impiattando ho aggiunto una spolverata di nocciole, sempre in aria di prodotti dei nostri boschi.
Il risultato è un primo dal gusto dolce e delicato, certamente non adatto a chi ama le cose forti, piuttosto direi da degustare, magari con un bel Valcalepio Bianco... davvero nulla da invidiare ad altre tradizioni ormai blasonate.
Eccolo, anche se le foto non sono granché, daltronde era sera e non avendo luci professionali, accontentiamoci vah!
320 gr. riso carnaroli
80 gr. strachìtunt
2 pere piccole Abate
20 gr. nocciole pelate
1 piccola cipolla bianca
1 bicchiere di vino bianco
Brodo di verdure
Stufare la cipolla in poco olio e.v., tostare il riso e le pere a piccoli tocchetti, sfumare con il vino bianco e continuare la cottura fino a 2 minuti dal termine. Mantecare con lo strachìtunt spezzettato.
Verrines à l'orange... stardust!
28 dicembre 2010
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...o anche Polvere di Stelle. Un regalino di Natale da una carissima amica che mi conosce, che sa che amo le cose particolari e dunque, mi omaggia di "briciole crumble" di argento alimentare... fantastico!
Si, lo so che non rappresenta un gusto da sperimentare, lo so che è come quando vogliamo regalarci un fard che luccica -in pratica è solo un trucco-, però l'aria di Festa che ne viene è bella, mi è piaciuto subito.
Così, dato che da un po' volevo fare un dolce in coppe di vetro, ovvero le "verrines", ho preparato prima dei savoiardi, con qualche tentativo non proprio eccelso. Quelli di questa fotografia sono venuti poco spumosi, ma erano buoni e comunque mi riprometto di provare la ricetta di Saretta le cui foto me li fanno sembrare paradisìaci.
Poi ho fatto una crema del tutto uguale al lemon curd -di cui devo ammettere di essermi innamorata- sostituendo però il limone con l'arancio, in pratica un "orange-curd"
Infine ho preso del mascarpone, l'ho lievemente zuccherato, amalgamato con la crema orange-curd e con il succo di un'arancia.
Ho preparato un composto per bagnare i savoiardi, diluendo del liquore in poca acqua zuccherata, giusto per togliere un poco della gradazione alcolica (io ho trovato in casa dei miei del meraviglioso Jerez, ma si potrebbe usare anche dell'arancello) ed ho composto questa specie di tiramisu, dove però la sfumatura dell'arancio, accostata al sapore amaro del cacao su quel gusto secco del liquore, fanno un mix davvero molto elegante.
E ci stava una spolverata di queste scagliette d'argento, che hanno conferito al nostro dolce quell'aria festosa e brillante, che sulle tavole natalizie ci sta anche bene ;)
Tiramisù in verrine
(circa 10 coppette)
200 gr. mascarpone
2 cucchiai di zucchero
succo di un'arancia
1 dose di orange-curd
(qui troverete la versione Lemon)
20 savoiardi morbidi
1 bicchiere di liquore aromatico
1 bicchiere di acqua e zucchero
cacao amaro
Comporre con qualche ora d'anticipo e lasciarlo riposare in frigo. Il cacao va spolverato solo al momento di servire.
Filetto di maiale al Nero d'Avola
27 dicembre 2010
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Metti una bella cena tra amici cari, che ti portano alcune buone bottiglie di vino e,malgrado tutto l'impegno per il piacere di berne di buono, te ne resta una intatt, una meravigliosa bottiglia di Nero d'Avola. Che solo il nome mi stuzzica.
Metti anche che, nei vari "giretti" tra le fantastiche ricette di altri blog, mi imbatto in un filetto con questo meraviglioso vino.
Visto... fatto e mangiato! Devo dire che era davvero buono. Buono il filetto e stra-buono il Nero d'Avola.
Ora, io credo che anche con un buon vino, magari tipico del proprio territorio, venga bene lo stesso, ma la corposità e la compattezza di questo rosso, dalle terre calde ed asciutte della Sicilia, hanno fatto la loro egregia parte. La ricetta l'ho trovata da lei, Genny Gallo di Al cibo commestibile, il cui lavoro sul blog trovo veramente delizioso
Riporto comunque la ricetta per come l'ho fatta io, che non avevo i semi di senape previsti dall'orginale e metto anche le mie due foto, che nemmeno si avvicinano alla sua, ma... va bhé c'è sempre spazio per
crescere ;)!
Filetto di maiale al Nero d'Avola
filetto di maiale, 1 da 700 gr
250 ml. Nero d'Avola
1 cucchiaio zucchero
1 cucchiaino miele
1 spicchio d'aglio
burro
un cucchiaino di semi di finocchio
un cucchiaino di semi di sesamo
fleur de sel (sale di Provenza)
Tritare i semi di finocchio e porli in un piatto insieme con quelli di sesamo e con il fleur de sel, rotolarvi il filetto e premerlo bene, rosolarlo nel burro con l'aglio, girandolo bene. Aggiungere poi il vino ristretto e tenere il filetto ben bagnato con questo liquido denso, che colorerà parecchio l'esterno della carne. Il tempo di cottura sarà al massimo 20 minuti, poiché la carne deve rimanere tenera. A me non piaceva troppo al sangue, quindi nel mio caso l'ho lasciata due o tre minuti di più.
Salsa ai pomodori e zenzero
21 dicembre 2010
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Una salsa semplice, veramente veloce da preparare e i cui ingredienti sono disponibili tutto l'anno.
Io la preparo quando voglio fare del pesce senza troppi condimenti, perché il gusto particolare della salsa ben si sposa a quello leggero del pesce, soprattutto cucinato al vapore, ma anche passato in una panatura leggera di farine bianca e gialla finissima, e scottato in padella con un filo d'olio, come questo.
Salsa ai pomodori e zenzero
4 pomodori maturi
1 piccolo scalogno
1 limone (succo)
1 dito di zenzero fresco
Basilico fresco
peperoncino, olio, sale, pepe
a discrezione
Fare un soffritto leggero con lo scalogno tagliato fine ma lasciato a rondelle, aggiungere il pomodoro, il peperoncino e regolare di sale. Lasciar cuocere finché si addensa. A fine cottura aggiungere il succo di un limone, il basilico e lo zenzero tritati finissimi, il pepe e un giro d'olio crudo.
Va servita caldissima.
Con questa ricetta partecipo al Contest di Maetta
con tema "In tutte le.. salse!"
Risotto al salmone con gamberi
20 dicembre 2010
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...finalmente sono riuscita a fare un risotto da pubblicare.
L'intenzione era quella di trovare qualche ingrediente "particolare", non troppo scontato, per inventare qualcosa... ci ho pensato per giorni, ma alla fine, dopo un paio di tentativi che, ad una ricerca sul web, risultavano già fatti, ho deciso che me ne infischiavo se gli ingredienti non sono originali, se sono già stati proposti con il riso. Dopotutto, la differenza vera la fa chi cucina, l'Essenza, no?
Oggi ho fatto la spesa, ho preso del bel salmone affumicato, poi anche dei gamberi, poi le barbe di finocchietto e via.. Ne ho fatto una sola porzione (da ridere) dato che mio marito era fuori e i bambini sono indecisi con i gusti nuovi.
A parte le inutili modestie, mi è parso buono, meritevole di essere pubblicato e siccome domani sera avremo ospiti, non mancherò di proporlo... una cena in aria di Natale, il salmone non può mancare ;)
Risotto al salmone e gamberi
dosi per 4 persone
320 gr. riso carnaroli
20 gr. porro
8 fettine di salmone affumicato
20/25 gamberi
200 ml. panna freschissima
brodo vegetale
vino bianco Brut (io del Muller Thurgau)
barba di finocchietto
pepe rosa
Tritare finemente il porro e soffriggerlo in poco burro, tostare il riso insieme a quasi tutto il salmone affumicato, tagliato a striscioline. Tenerne da parte un po' per la finitura.
Sfumare con il brut e continuare la cottura aggiungendo il brodo.
Nel frattempo in una pentola antiaderente, tostare i gamberi in poco olio e sfumare anche stavolta con il brut, lasciare evaporare qualche minuto e toglierli dalla pentola, lasciando però il fondo di cottura. I gamberi vanno quindi sgusciati, puliti dal filo e tenuti da parte, mentre nella pentola col fondo aggiungere la panna e nappare il tutto a fuoco lieve, regolando di sale. Aggiungere il salmone tenuto da parte, le barbe di finocchietto tritate a piacere, tenendone anche per la decorazione. A cottura ultimata, impiattare il risotto bene all'onda, aggiungendo questa salsa con il salmone a cucchiaiate, insieme a qualche gambero. Spolverare con pepe rosa.
Alla fine, lo hanno pizzicato volentieri anche i bimbi, il che la dice lunga..(!)
Con questa ricetta partecipo al contest di Farina, lievito e Fantasia con Ballarini
E partecipo anche al contest Controcorrente, della Renna in cucina
Inventa...biscotti: Frollini al cacao!
12 dicembre 2010
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Accade a volte che, modificando qui e là una ricetta, aggiungendo una piccola cosa non prevista, si arrivi così lontani e, soprattutto, con una qualità del risultato finale che lascia stupefatti, tanto da farti dire "Ma questa è proprio una novità!"
Nel caso specifico, oggi pomeriggio, amena e rilassante domenica all'insegna del gioco dei bambini, che questa notte hanno avuto i loro sospirati regali dall'amata Santa Lucia, volevo intrattenerli anche un po'. Dato che la mia fantasia in questo periodo non riesce ad immaginare altro che roba da mangiare e considerando la propensione dei bambini a maneggiare formine ed impasti, tanto per cambiare mi son messa in pista con i biscotti.
Partita per ripetere la ricetta di Alessandra di Menù Turistico, accade che strada facendo, cercando lo zucchero trovo una rimanenza di meraviglioso cacao Van Houten. E si verifica pure che i 100 gr. di mandorle siano in realtà solo 50 gr. Quindi che fare? Modificare, ovviamente!
Bhé, dato che quando faccio 'ste cose poi non riesco sempre a ricordare che ci avevo messo, come quella volta dei Krumiri usciti alla perfezione, stavolta ho segnato tutto man mano.
Il risultato è stato molto molto sorpendente, di gran lunga oltre le mie aspettative.
Frollini al cacao
200 gr. farina bianca
30 gr. cacao amaro
130 gr. zucchero bianco
160 gr. burro
100 gr. mandorle+nocciole
1 tuorlo
la scorza di mezzo arancio
Tritare le nocciole e le mandorle nel mixer fino ad ottenere quasi una farina. Impastare tutti gli ingredienti nel mixer. Raccogliere il composto bricioloso in una ciotola e lavorarlo rapidamente, ad ottenere una palla che riposerà in frigo per una mezzora.
Tirare la sfoglia a circa 5mm. e stampare con formine a piacimento. le nostre erano quelle dell'Ikea, con l'alce, lo scoiattolo, il porcospino... che ovviamente sono state i primi biscotti a "sparire".
Cuocere le due teglie in forno ventilato, 180 gr. per 6 min. e poi invertire le teglie altri 2 min.
Se qualcuno avrà voglia di provarci, mi dica che ne pensa ;))
Torta "mezza Alsaziana"
11 dicembre 2010
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Oggi ho trovato sul blog di Salamander, la mia omonima Cinzia, una ricetta che mi è piaciuta subito epperò non l'ho stampata.
Stasera, presa dalla fregola di provarla ho improvvisato in base a come la ricordavo: una specie di quiche in versione dolce, con una base tipo frolla, mele ed una cremina che quando leggo le dosi, mi fa sempre pensare che non arriverà a farsi solida durante la cottura.
Alla fine l'ho aggiustata con quello che ricordavo e..quel che avevo in frigo. Le sostituzioni sono state solo un paio, ma le dosi, se confrontate con l'originale, sono piuttosto diverse.
Però il risultato devo dire che è di un certo riguardo ;) ho usato l'arancio invece del limone ed il profumo è incantevole. I bambini si leccano i baffetti! - Per le foto -domattina avrò la luce che serve.
Torta "mezza Alsaziana"
per la base
250 g farina bianca
120 g burro
(per me, qui: circa metà peso, burro salato)
120 g zucchero
1 uovo intero
la scorza di mezzo arancio naturale
per la copertura
2 mele Golden
2 uova
50 g zucchero
200 ml. panna fresca + il succo mezzo arancio
Ho fatto una frolla con il mixer, ponendo tutti gli ingredienti insieme e dando dei colpi a tutta velocità. Ottenuto un impasto fatto di grosse briciole, l'ho sistemato nella teglia foderata con cartaforno, premendo a mano per renderlo compatto, anche aiutandomi con un cucchiaio. L'ho lasciato volutamente spesso, circa 2 cm., per far si che non rimanesse troppo bagnato della crema.
Ho disposto le mele a fettone sulla superficie e le ho "inondate" con la cremina, ottenuta sbattendo con una frusta in una ciotola tutti gli ingredienti per la copertura.
Per la cottura, ho messo in forno circa 50 min a 160° ventilato (corrisponde a 180°).
Questa torta va gustata quando è completamente fredda, e si conserva bene in frigo. Molto gradita anche in estate, volendo sostituire le mele con delle pesche belle sode, e fredda appunto.
Soufflé di patate... dopo trent'anni!
Cucinare è una cosa che mi piace da sempre. La mia prima torta l'ho fatta a sei anni, ero in prima elementare e ricordo ancora come fosse ieri, la scatolina verdeacqua che conteneva la busta con farine miscelate a cui aggiungere le solite uova, il solito burro fuso ed un po' di latte, versare nei pirottini da muffin... anche se sulla scatola c'era scritto "plum cake".
Avevo pregato mia mamma per tutto il pomeriggio di aiutarmi a farli.
E' così che, piano piano, ho avvicinato il mondo della cucina, quello di tutti i giorni, delle minestrine con la pastina alla sera, il coniglio la polenta e le patate alla domenica, cotolette con l'insalata a metà settimana..
Poi qualcuno, credo mio zio, mi regalò un libro di ricette e foto, un volume - mattone molto interessante per me. E mi ci sono tuffata, dicevo che da grande volevo fare la cuoca.
Proprio da lì avevo preso la ricetta del Soufflé di patate. Ci piaceva tantissimo e mi piaceva anche farlo, l'ho fatto così tante volte che alla fine, ce ne siamo stomacati. A un certo punto ho smesso. Il libro è andato perso e con lui il caro soufflé.
Ma in queste settimane ho trovato, in un paio di blog una ricetta che somiglia tantissimo, è il "Gateau di patate"-o anche Gattò, di cui una l'ho trovata da Mela. E ne sono stata felice!
Finalmente ieri, dopo circa 30 anni, ho rifatto il soufflé di patate.
Devo dire che, ultimamente, mi ero un poco arenata nel cucinare,
perché i miei bambini sono del genere che, anche se hanno fame,
digiunano di fronte ad un piatto con cose che non siano di loro certo e
sicuro gradimento: pasta al sugo, al pesto, cotolette, polpette,
wurstel, panino e prosciutto cotto -Crudo niente- e poco altro. Cose come zuppe ..."vade retro sàtana", risotti di colore diverso dal giallo, idem.
Insomma con loro son ridotta piuttosto male. Ma di fronte al mio vecchio soufflé, che per l'occasione ho fatto mischiando i miei ricordi alle ricette trovate nella blogsfera, il grande mi ha chiesto "Mamma, lo hai già messo su Internet, questo?" dico No, non ancora, "Ah, ecco, allora mettilo, che è strabuono" alzando il pollice.
Il mio cuore di mamma -che da piccola voleva fare la cuoca e che oggi si riprende in mano- si è aperto..!
Con questa ricetta, che ha evidentemente un valore affettivo importante, per me, partecipo al contest "semplice...mente perfetta!" della cucina di zia Simonetta. Grazie Simonetta per questa tua idea!
Con questa ricetta, che ha evidentemente un valore affettivo importante, per me, partecipo al contest "semplice...mente perfetta!" della cucina di zia Simonetta. Grazie Simonetta per questa tua idea!
4 patate medie
2 uova
80 gr. mortadella con pistacchi
100 gr. mozzarella
latte QB.
una manciata di parmigiano
sale, pepe e noce moscata
Bollire le patate, pelarle e passarle due volte nello schiacciapate mentre sono ancora calde.
Intipidire ed aggiungere le due uova con del latte, quanto basta a mantecare l'impasto.
Sale, pepe, noce moscata a piacere.
Ungere ed infarinare col pangrattato una teglia a vostra discrezione -bella quella rettangolare per cake- oppure piccole teglie in ceramica monodose come ho fatto io. Coprire il fondocon un dito di impasto, spargervi sopra della mortadella tritata a dadini piccoli, lo stesso per la mozzarella, coprire con dell'impasto di patate ed una bella manciata di parmigiano. Io ho fatto in modo che si intravedesse il ripieno dalla superficie. Gratinare in forno, regolandosi a occhio.
Sale, pepe, noce moscata a piacere.
Biscotti alla farina di Castagne
9 dicembre 2010
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Per la serie "non ho ancora finito con te" amatissima farina! ...ecco finalmente i biscotti...
La ricetta di base l'ho presa da Lei, Alessandra, una donna super che ho trovato solo da pochissimo ma già mi ha conquistata ;). Daltronde racconta che la sua mamma le ha insegnato la maggior parte di quel che sa in cucina, invece la mia mamma mi insegna come fare una polizza assicurativa, come contrattare le condizioni bancarie... Ed io cerco ancora di insegnarle come fare un sugo senza il dado. Ah, le mamme!!
Comunque, alla sua ricetta ho voluto fare una piccola variante perché, A TUTTI I COSTI, volevo usare l'amatissima farina di castagne che nei biscotti regala una fragranza indescrivibile. Ricordo ancora dei krumiri alle castagne fatti tantissimi anni fa, inventati e riusciti alla perfezione ma letteralmente "persi" perché fatti senza segnare niente :(( e alla fine non ricordavo esattamente cosa ci avevo messo...
Qui, ho "tagliato" la fina 00 con metà quantitativo di farina di castagne, mentre per lo zucchero, ho usato del muscovado.. una squisitezza. Per il resto, tutto invariato.
Dopodiché ho messo all'opera i mie due bulldozer, cercando di evitare che usassero gli stampini dalla parte del bordo che non taglia, e poi impastando ritagli a go-go, perché il piccolo appena gli presenti la sfogliata, il primo stampo lo piazza al centro e dove ci potevano stare cinque formine, alla fine ne mette due!
Ora li ho appena sfornati, li ho spolverati di zucchero a velo e sono una meraviglia... la casa profuma di burro, di frolla...e di castagne
Biscotti al profumo di castagne
125 gr. farina bianca
125 gr. farina di castagne
200 gr. burro
100 gr. mandorle
80 gr. zucchero
1 tuorlo
1 baccello di vaniglia
Tritare le mandorle con il mixer (il bimby in queste circostanze è un vero portento, praticamente ottieni la farina di mandorle), aggiungere tutti gli altri ingredienti, il baccello di vaniglia va aperto ed il contenuto va raschiato ed aggiunto al composto. Impastare il tutto velocemente, a mano o col mixer, poi raccogliere l'impasto in naciotola e porre a riposare in frigo una mezz'oretta.
Tirare a circa 5/6 mm. di spessore e procedere con gli stampini, che nel nostro case sono stati scelti in tema natalizio. Infornare a 180° per 7/8 min., attenzione che si colorano in fretta. Sono proprio buoni!
Sfogliatine di mela e bacon
5 dicembre 2010
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Con questa ricetta, quasi col fiatone ;) vorrei prendere parte al contest Inventa...Mela di Stefania l'Arabafeliceincucina!
Grazie Stefania per l'ospitalità nel tuo Blog!
Le mele... se non ci fossero dovremmo inventarle. Scorrendo le ricette proposte da tutti i partecipanti a questo contest si comprende bene tutta la versatilità d iquesto frutto che è sempre fresco in tutte le stagioni, bello e con tante varietà, ognuna delle quali con proprie sfumature di gusto. Insomma, La Mela è un vero cavallo di battaglia in cucina.
Confrontandomi con alcuni food-blogger mi sono accorta di quanto io sia rimasta ferma a certi schemi di cucina, nonostante a volte abbia inventato qualcosa anch'io, eh!
Quindi per proporre una mia interpretazione dell'uso della mela in cucina, ho preso spunto dal "solito" strudel, dove la mela è la vera regina, interpretandolo nella versione salata.
Per come l'ho proposto, si colloca tra gli antipasti sfiziosi, quindi mi piace la presentazione in versione mono-dose, al limite anche "finger" se si vogliono usare degli stampini ancora più piccoli.
Io ho usato gli stampini da creme-caramel.
1 rotolo di sfoglia
100 gr. bacon in cubetti
50 gr. emmenthal
30 gr. pinoli
1 uovo grande - o 2 piccoli
una manciata di parmigiano
sale e pepe q.b.
In una pentola antiaderente tostare i pinoli e mettere da parte. Rosolare senza nulla i cubetti di bacon, in maniera che perdano un po' del loro grasso, toglierli e lasciarli raffreddare insieme ai pinoli.
tagliare a cubetti anche la mela e l'emmenthal. In una ciotola sbattere un poco l'uovo con sale e pepe, incorporare tutti gli altri ingredienti facendo in modo che l'uovo "leghi" bene il tutto.
Stendere la sfoglia e tagliare dei quadrati abbastanza grandi da coprire quasi tutto lo stampino, a formare proprio una sorta di cestino. Pennellare gli stampini con olio prima di inserirvi la sfoglia e procedere a riempirli, chiudendo con una spruzzata di parmigiano e un giro di pepe.
Infornare a 150° ventilato, o 170° statico, per 14-15 min. fino a croccatura dei bordi. Servire caldi.
L'unico indice di gradimento è, per me, sempre quello dei miei bambini: pollice alzato!!
Ancora del Lemon Curd...
4 dicembre 2010
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Cosa si può fare, quando hai in frigo ancora della crema di Lemon Curd, che è rimasta inutilizzata dalla ricetta precedente? Guardo meglio e mi accorgo anche di un cestino di ricotta già aperto... ah e poi ci sono delle uova il cui pacchetto è caduto stamattina. E sono uova preziose, perché vengono dalle galline del nonno di Andrea, compagno di scuola di mio figlio.
Quindi ci inventiamo qualcosa? Ad esempio la solita frolla? Vabbé ma di frolle è pieno il mondo, anche e soprattutto quello del web, dunque...
Penso un po' e intanto impasto una frolla.... E ripenso.
Ed ecco il risultato, apprezzatissimo dai miei bambini, che
contrariamente a tutti i bambini del mondo, non sempre assaggiano torte e
biscotti (com'é difficile darsi da fare in cucina per questi
commensali... uff!!)
250 gr. farina 0
1 uovo e 1 tuorlo (l'albume era andato perso nel pacchetto ;)
110 gr. zucchero bianco
110 gr. burro
1 bustina di vanillina
150 gr. ricotta di mucca
50 gr. zucchero
lemon curd
In una ciotola sbatto per bene 150 gr. di ricotta e 50 gr. di zucchero. Preparo la frolla nel solito modo, con il mixer. Metto l'impasto in frigo.150 gr. ricotta di mucca
50 gr. zucchero
lemon curd
Dopo una mezzoretta, stacco 2/3 dell'impasto di frolla e la tiro a 6/7 mm. di spessore, mettendola in quei meravigliosi stampini da mini-quiche trovati in Provenza tempo fa. Sul fondo stendo una cucchiaiata della cremina di ricotta, e sopra una cucchiaiata di lemon curd, facendo attenzione che i due strati non si mischino.
La parte di frolla rimasta la metto nel mixer con una bella manciata di farina e 1/2 cucchiaino di lievito, facendo in modo che si formino delle briciolone. Le sbriciolo su ogni tortina e inforno, 13 min. a 220 gradi.
Sono veramente deliziose :))) !
Panini alla Birra
2 dicembre 2010
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Ecco una ricetta che nel tempo ho trovato pubblicata ben due volte, la prima delle quali risale a tantissimi anni fa, sul Cucchiaio Verde -libro di cucina vegetariana e macrobiotica-.
Era di quelle che a leggerle ti ispira, ma passando alle mani, ti rendi conto che c'è qualcosa che ...non va. Ovvero c'erano molti liquidi rispetto alla farina. Nel tempo ho imparato a fare il pane secondo dosi piuttosto schematizzate. Perché anche l'esperienza ha la sua importanza!
Quando dico "dosi schematizzate" intento che per 500 gr. abbondanti di farina, indicativamente non supero i 300 gr. complessivi di liquido, se voglio ottenere un impasto liscio e che non si appiccichi alle mani.
I veri esperti panificatori sorriderebbero di questi miei termini un po' troppo sempliciotti, so che nell'ambiente si parla di "incordatura" di "percentuale di idratazione", di farine con diverse percentuali di glutine... ma non ho ancora frequentato un corso a questi livelli.
Da anni mi accontento di fare il pane in maniera intuitiva, provando e riprovando tutte le varianti che i libri e la fantasia hanno nel tempo portato. E quando troverò un corso alla mia portata, intendo per il luogo in cui si svolge, lo prenderò al volo.
Peraltro, il pane viene benissimo anche "così"... chissà dopo aver fatto un corso ;)
Peraltro, il pane viene benissimo anche "così"... chissà dopo aver fatto un corso ;)
Tornando al nostro pane con la birra, nell'occasione di volerlo pubblicare, ho preso come riferimento quel cecchio libro per gli ingredienti, ma li ho riproporzionati.
Stavolta, sorpresa delle sorprese, pensavo di avere la farina 00 e invece l'avevo quasi finita.
Quindi riporterò quindi esattamente tutto quello che è finito in questo pane sotto la voce "farina"...
Panini alla Birra
500 gr. complessivi di farina
(100 gr. farina di semola
150 gr. farina Manitoba
250 gr. farina integrale con semi Molino Spadoni)
200 ml. birra chiara
1 cubetto da 20 gr. lievito di birra
1 uovo -peso circa 60 gr.
1 cucchiaio di miele
1 cucchiaio di olio evo
1 cucchiaino di sale integrale
Sciogliere in pochissima acqua tiepida, il lievito ed il miele. Aggiungere a fontana le farine setacciate, il sale, l'olio e l'uovo e procedere ad impastare bene il tutto. Io ovviamente l'ho fatto con il magico Bimby ;).
Formare una palla e porla in una ciotola, coperta con pellicola oppure unta d'olio, a lievitare in luogo tiepido. Ideale è il forno, che sia stato scaldato un paio di minuti. Servono circa due ore, poi riprendere l'impasto sulla spianatoia e lavorarlo ancora un poco e formando infine delle palline della dimensione di un mandarino o poco più, a me ne vengono circa 10/11. Disporle su una teglia con carta-forno, ben distanziate, e lasciarle nuovamente lievitare per un'ora e mezza almeno.
Infornare in forno già caldo, a 220° per i primi 6-7 min. poi riducendo a 180 gr. per altri 15 minuti al massimo.
Foglie con gelato bianco e lemon curd
1 dicembre 2010
8 comments
Avete presente quando vi ruzzola in testa un'idea da mangiare, composta da due cose che tra di loro sono state abbinate da sempre in modo "ovvio" e voi invece cercate a tutti i costi il "non ovvio" ?
Ecco, questo è il rusultato di una di queste volte.
Alcuni giorni fa avevo letto e fatto ho letto la ricetta di biscotti che poi ho messo con il post biscotti e bambini, che prendeva spunto da quella di "la cucina di calicantus", a forma di
fiore.
Più o meno negli stessi giorni, un post di Lucy che raccontava come usare del lemon curd, che nemmeno lei aveva mai assaggiato. E leggendo mi sono detta che forse era venuta l'ora anche per me di provarla... questa crema che perioricamente spunta fuori per farmi l'occhiolino.
Ed ecco che, mentre facevamo le formine dei biscotti, che non avevamo a forma di fiore, mi scatta l'idea di tagliarle a forma di foglia, e di cuocerle appoggiate sopra un piattino, per poter ottenere una sorta di coppetta.
Abbinare il lemon curd al gelato bianco, invece, è stata una trovata che, ho poi scoperto, aveva tentato già qualcun altro, ma forse non proprio come la vedete ora.
Beh, inutile dire che il risultato si è rivelato una "vera" trovata, soprattutto perché non ho aspettato che il lemon curd si raffreddasse, era ancora tiepiduccio... ma con il gelato... sono stati una rivelazione!
Ho dovuto fare delle foto così, alla "pistolero bang bang" come direbbe mia mamma, perché si quagliava in fretta.
Ho dovuto fare delle foto così, alla "pistolero bang bang" come direbbe mia mamma, perché si quagliava in fretta.
Gelato
200 ml. panna freschissima
120 ml. latte fresco intero
150 gr. zucchero bianco
1 vasetto di yoghurt al limone
2 albumi
Lemon Curd
150 gr. zucchero bianco
2 limoni non trattati
3 uova intere
30 gr. burro
Per il gelato, ho inserito tutto nella gelatiera, lasciando che arrivasse a mantecazione, dopo circa 25 min.
Per il Lemon curd, ho sciolto a fuoco bassissimo il burro con lo zucchero, montando con cucchiaio di legno, poi ho incorporato con la frusta le uova, il succo e le scorzette grattugiate finissime, lasciando andare a fuoco leggerissimo, per circa 12-15 min. frustando, fino ad addensare la salsa.
Ed ecco invece Ruben, assaggiatore provetto, che si presta a gustare prima dello squaglio totale ;))!
Con questo post partecipo al super dolcissimo contest di Ambra, del Gattoghiotto!
Crepes al profumo di castagne e nocciole
28 novembre 2010
2 comments
Siccome quando mi fisso su un certo ingrediente, lo declino in varie possibilità, con la farina di castagne, che mi intriga tantissimo, nel tempo ci ho fatto cose diverse tra cui anche delle crepes. La trovata risale a tanto tempo fa, credo una decina d'anni, e a quell'epoca pensavo che in cucina si potesse ancora inventare qualcosa. Magari queste erano davvero "inventate", nel senso che nessuno ancora ci aveva pensato.
Poi però, grazie a quel misterioso e sottile meccanismo che genericamente chiamiano "telepatia" e che non si capisce bene come possa agire concretamente, accade che anche qualcun altro ci pensi...
Poi però, grazie a quel misterioso e sottile meccanismo che genericamente chiamiano "telepatia" e che non si capisce bene come possa agire concretamente, accade che anche qualcun altro ci pensi...
Come se quel tuo pensiero fosse stato un profumo lanciato nell'etere, che qualche naso ben allenato ha colto, ecco che la tua trovata, come dire, viene "trovata" anche da qualcun altro! E va bene così, vah, intanto io vado avanti. Lancerò qualcos'altro nell'etere, che verrà opportunamente colto, o magari a mia volta "coglierò" i lanci di qualcun altro e così, felicemente, condividiamo tutti insieme ;).
A dirla tutta, mangiandole da sole, queste crepes vien da pensarle adatte ad accostamenti dolci e magari ci proverò, intanto le ho abbinate al gusto di formaggio fondenti e devo dire che si difendono bene, anzi benissimo! Oggi è stata una giornata "nevosa" e un bel piatto robusto, fatto con ingredienti tipicamente autunnali, ci è stato proprio giusto.
Crepes con farina di castagne
100 gr. farina bianca
100 gr. farina di castagne
500 ml. latte
4 uova
50 gr. burro morbido
per il ripieno
200 gr. latte
200 gr. panna
30 gr. farina
30 gr. burro
1 tuorlo d'uovo
sale e noce moscata
200 gr. formaggi fondenti misti
10 nocciole tritate e una manciata di parmigiano
Preparare l'impasto per le crepes, inserendo tutti gli ingredieni nel mixer, frullando e lasciando poi riposare una mezzora. Con queste dosi mi sono venute circa 20 crepes.
Preparare una bechamel, con il latte, la panna, il burro e la farina, amalgamando bene un tuorlo a fine cottura, con una frusta. La salsa deve presentarsi molto compatta, poiché diventa il ripieno per le crepes: una cucchiaiata di salsa e una di formaggi ben tritati. Io ho scelto un mix con della formagella bergamasca, del Branzi e della Fontina...e in ogni zona c'è sempre da scegliere qualcosa di tipico.
Ogni crepes va chiusa accuratamente, ad evitare la fuoriuscita del ripieno durante la cottura. Io adotto la chiusura "a pacchetto".
Ogni crepes va chiusa accuratamente, ad evitare la fuoriuscita del ripieno durante la cottura. Io adotto la chiusura "a pacchetto".
Disporre i pacchettini ordinatamente in una teglia foderata di carta forno e prima di infornare, cospargere con qualche cucchiaiata qua e là di salsa, una spruzzata di parmigiano e anche una spolverata di nocciole tritate.
Gratinare 20/25 minuti in forno già caldo.
Biscotti e Bambini
23 novembre 2010
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Ieri è stato un giorno di biscotti, per i miei bambini, mi piace vederli lavorare con formine, gocciole di cioccolato, mattarelli e altro... le mani nell'impasto no, anche perché non fanno altro che mangiarlo così com'è, crudo!!
La ricetta è una "cover", qui trovate l'originale, oltre al sito che tanto altro offre, da cui attingere, ovvero l'instancabile lavoro di questo meraviglioso trio a sei mani, due ragazze e il fotografo, che tra l'altro proprio in questi giorni pubblicano i loro primi due volumi di ricette con Guido Tommasi editore...un vero traguardo per noi blogger.
La ricetta è in realtà una buona frolla, alla quale ho aggiunto della vanillina.
Ovviamente erano buonissimi e, manco a dirlo, sono già spariti tutti.
Pollo indiano speziato
19 novembre 2010
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Da anni preparo, ogni tanto, il pollo con quelle spezie a noi un poco inusuali e tipiche di altri paesi. Devo dire che mio marito lo apprezza tantissimo. E pure i bambini, che stanno imparando a sentire gusti nuovi... almeno il grande, che ha otto anni e comincia ad esprimersi anche su cose diverse da pizza con patatine, polpette, wurstel e panino al prosciutto cotto.. (!!). Quest'estate hanno assaggiato per la prima volta - e gradito tanto- anche la pasta all'amatriciana, cosa che non ricordavo nemmeno ma che un giretto da Babs mi ha riportato alla memoria ;).
Ma avevo voglia dei sapore e del bel colore di questo pollo, che è anche straordinariamente veloce da preparare, salvo avere in dispensa queste spezie, trovate a volte quasi per cas, in negozi di macrobiotica o commercio equo-solidale. Combinate secondo ricette a volte anche molto differenti, danno luogo al Curry, che non è in sé una pianta aromatica, ma una miscela di varie spezie.
Pollo al Curry
700 gr. petti di pollo
20 gr. olio
1 scalogno
2 cucchiaini carichi, di coriandolo in polvere
2 bustine di zafferano
1/4 di cucchianino di peperoncino in polvere
2 cm. di radice di zenzero fresca (anche congelata)
1 lattina di latte di cocco -165 gr.-
Prezzemolo o coriandolo fresco a piacere
sale e pepe a discrezione
400 gr. riso Thai o anche Basmati
Ecco, questo classicissimo pollo orientale, che la ricetta adottata chiama "al Curry" e che io preparo con dei petti di pollo che taglio a pezzetti della grandezza di una noce.
Faccio soffriggere lo scalogno tritato finissimo insieme alle spezie, butto il pollo a rosolare insieme e, quando prende colore, bagno con il latte di cocco. Per la cottura serve poco, 20 minuti sono più che sufficienti, giusto il tempo di preparazione del riso. Prima di servire aggiungo due cucchiai di panna fresca e una spruzzata di limone, prezzemolo o coriandolo fresco a piacere. Va ovviamente impiattato con il riso fragrante e profumato, bagnato del delizioso intingolo giallo oro.. gnammm!
Il cavolfiore e la nocciola
17 novembre 2010
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Sembra il titolo di una favola, invece è solo l'accostamento un po' azzardato che questa ricetta prevede.
In realtà ho letto qualcosa su un post di Sigrid, una "grande" tra i food-blogger, una vera "locomotiva", come io chiamo quelli che portano avanti le cose un passo prima degli altri..
Purtroppo però non sono riuscita a rintracciarne la ricetta ed avendo del cavolfiore romano che urlava dal frigo, ho inventato una cosa così a naso. Il rischio che assomigli alla sua ricetta c'è, anche se avevo letto solo il titolo... nel caso chiedo scusa. Daltronde in cucina, oggi, è difficile INVENTARE davvero qualcosa che non sia già stato avvicinato prima dagli altri, le Locomotive appunto, e allora chiamiamola solo rivisitazione.
Comunque, ecco qui le dosi, con le quali ho fatto cinque stampini singoli ed una teglia da plum cake.
Sformatini di cavolfiore con fonduta alla nocciola
300 gr. cavolfiore verde
2 uova
200 ml. latte
50 gr. emmental
Parmigiano grattugiato
sale, pepe e noce moscata
Per la fonduta
200 gr. panna
50 gr. gorgonzola dolce
20 gr. nocciole tostate e tritate
Cuocere il cavolfiore al vapore, o sbollentato, per 5 o 6 min.. Mentre cuoce, in una ciotola mescolare in una ciotola le uova, il latte, sale e pepe, noce moscata per profumare, ed aggiungere l'emmental tritato grossolanamente.
Adagiare i cavolfiori nello stampo e versare la crema, spolverare con del parmigiano a piacere ed infornare fino a doratura.
Preparare la fonduta, scaldando la panna e sciogliendo il gorgonzola, in una pentolina antiaderente. Aggiungere poi le nocciole.
Comporre il piatto accostando due cucchiai di fonduta allo sformatino, o fetta in caso di stampo rettangolare :)
Panna cotta ai profumi dell'uva e del vino
15 novembre 2010
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La panna cotta è una di quelle cose che, se non è accompagnata da qualcosa di saporito, mi lascia sempre un po' così... con la mandibola cascante e le braccia pendule... ovvero, non mi fa impazzire l'idea di ordinarla come dessert al ristorante e men che meno di prepararla a casa.
Vuole però il caso che avessi una bottiglia di vino fragolino, che non avevamo più voglia di finire e, stazionante in frigo da qualche giorno, mi chiedevo che farne. Lo stesso valeva per dell'uva, tre mezzi grappoli uno per tipo, di uva che prendo per i miei ometti; m anche loro hanno per i cibi, momenti di simpatia e momenti "no". Buttare la roba mi dà veramente fastidio, piuttosto sfido me stessa per inventare qualcosa... ed ecco cosa è saltato fuori.
Panna cotta con salsa d'uva e Vino cotto
Per la panna cotta
500 gr. panna fresca
250 ml. latte fresco
120 gr. zucchero
15 gr. fogli gelatina
mezza stecca di vaniglia
Per la salsa d'uva
300 gr. uva nera (io ne avevo di bianca, nera e rosata)
5 cucchiai di zucchero
Per il Vino cotto
600 ml. di vino rosso dolce
Il vino è finito in un pentolino su fuoco dolcissimo, finché si è ridotto a circa un quarto della quantità originale, con una consistenza molto vicina al caramello.
L'uva, tolti i graspi, è finita nel Bimby con qualche cucchiaio di zucchero, a cuocere per circa 25 minuti a velocità medio-bassa (2 - 3). Senza bimby, si usa una pentola e si tagliano gli acini a metà prima di cuocere.
Ho poi passato al colino cinese, ottenendo una salsetta di consistenza densa.
Infine ho preparato la panna cotta, scaldando tutti gli ingredienti per 5 o 6 min. e sciogliendo solo all'ultimo i fogli di gelatina precedentemente ammollati in acqua tiepida.
Ho usato uno stampo rettangolare; avrei preferito gli stampini monodose, che avevo però già impegnati per altre cose, quindi la presentazione che vedete in foto è un ripiego. Mi piaceva di più l'idea dell' isola galleggiante: la panna va presentata su uno specchio di salsa e decorata con il vino cotto e distribuito "a filo". Magari tenete qualche chicco per la decorazione.
Ho usato uno stampo rettangolare; avrei preferito gli stampini monodose, che avevo però già impegnati per altre cose, quindi la presentazione che vedete in foto è un ripiego. Mi piaceva di più l'idea dell' isola galleggiante: la panna va presentata su uno specchio di salsa e decorata con il vino cotto e distribuito "a filo". Magari tenete qualche chicco per la decorazione.
Frollini "ESSENZA DI VANIGLIA"
10 novembre 2010
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Una ricetta trovata sul blog di Essenza di Vaniglia, alla quale ho voluto rendere onore, perchè mi piacevano gli ingredienti ed anche per la possibilità di mettere al lavoro i miei bambini.
Li abbiamo fatti ieri sera... alle dieci c'era un profumo di frolla vanigliata, che era uno spettacolo!
Agli ingredienti di Laura alcune piccole modifiche:
niente lievito, farina bianca 00 mista a farina gluten-free (conferisce una friabilità notevole), aggiunta di "essenza di vaniglia" ;), confettura di albicocche invece che d'uva, che non piaceva ai bambini.
I biscotti, alla fine, non sono belli come quelli delle sue fotografie poiché noi abbiamo scelto dimensioni più piccole ed il risultato, comunque molto "dignitoso", mi ricorda tanto le pastine da thé che faceva mio zio nella sua pasticceria, dove anch'io ho fatto una stagione estiva aiutando, nonché mangiando = ingrassando ma imparando alcuni piccoli accorgimenti del mestiere... c'è sempre un lato negativo ed uno positivo ;) !
Biscotti con mandorle, confettura e gocciole
380 gr. farina bianca 00
150 gr. burro
100 zucchero semolato
2 uova
50 gr. mandorle
1 cucchiaio di confettura a piacere
1 cucchiaio di gocce di cioccolato fondente
1 bustina di vanillina
Miscelare farina, uova burro e zucchero, anche usando il mixer. Versare in una ciotola e formare una palla, da lasciar riposare, coperta, in frigo per mezz'ora.
Formare dei cilindrotti del diametro di 2 cm. circa e tagliare a tocchetti di un dito. a noi sono venuti circa 90 biscottini con le dosi di cui sopra. Appallottolare e disporre ordinatamente su due teglie, premere al centro con un dito ed aggiungere a vostro gradimento, mandorle, o confettura, o gocciole di cioccolato.
Cuocere in forno ventilato a 160 gr. per 12 min. o comunque fino a quando iniziano a cambiare colore, non oltre.
Gnocchetti di Castagne
9 novembre 2010
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L'autunno è una stagione che amo, perché mi ispira a stare Dentro, al calduccio ed in un clima quasi meditativo... e amo anche tutte le cose dolci che esso porta con sé, che mi portano gli ultimi bagliori del sole di settembre, come i cachi, i fichi, l'uva. E, poco luminose ma uniche, le CASTAGNE. Mi piacciono da impazzire, in tutte le versioni: bollite, arrostite, in marmellata, in farina. Tutte, mi piacciono tutte!
Da tempo ho questa ricetta per dei gnocchetti con la farina di castagne e, per l'occasione di volerla pubblicare, li ho rifatti domenica.
Metterò gli ingredienti originali, dove è previsto l'uso di sola farina di castagne, la quale dà un gusto molto deciso che, volendo arrotondare un poco, potrete "tagliare" con metà farina bianca 0.
Sempre tra gli ingredienti originali troverete i pinoli, ma io ho scoperto all'ultimo di averli finiti, quindi li ho sostituiti con delle mandorle: risultato ugualmente ottimo.
Per il condimento, avevo sempre fatto il solito burro con salvia e parmigiano, però stavolta ho fatto una piccola fonduta di formaggi, riuscendo così ad ottenere un commento anche "parlato" da mio marito, che solitamente al massimo fa un cenno con la testa -di consenso "se è cosa buona", di dissenso "se non gli va"-
Le parole, comunque lapidarie, sono state " molto meglio così che con il burro.." .... e di tanto mi sono dovuta accontentare. Del commento dei bambini è meglio non dire, ormai non lo cosidero più, mi accontento solo del fatto che mangino... cresceranno :))
Gnocchetti con farina di castagne
dose per 3/4 porzioni come quella della foto
120 gr. farina di castagne
200 gr. ricotta
100 gr. parmigiano grattugiato
50 gr. pinoli ( o mandorle)
1 uovo
sale q.b.
per la fonduta di formaggi
100 gr. panna fresca
160 gr. formaggi misti adatti a fondere
Passare al mixer i pinoli (o le mandorle) per ottenere una sorta di farina. Mischiare tutti gli ingredienti per gli gnocchi in una ciotola e lavorare bene, per ottenere un impasto liscio e non appiccicoso, utilizzando farina bianca 0 per la spianatoia. Ricavare dei bastoncini del diametro di un pollice e tagliarli a cilindretti, da disporre su vassoi di cartone.
Mentre l'acqua va a bollore, preparare la fonduta con la panna e i formaggi a pezzetti in una casseruola antiaderente e che possa poi contenere anche gli gnocchi. Ho messo del Branzi e del Casera della Valtellina, ma in ogni luogo c'è qualcosa di tipico da poter scegliere e che valorizzi i gusti del territorio... Asiago in Veneto, Fontina in Valdaosta..
Gli gnocchi vanno buttati in acqua bollente pochi per volta e raccolti con la schiumarola man mano vengono a galleggiare. Deporli nella casseruola con la fonduta, tenendoli mossi, fino al momento di impiattare.
Essenza... non solo in cucina
5 novembre 2010
5 comments
..perché l'Essenza di ciascuno di noi, spesso, trova canali di espressione anche molto differenti tra loro, apparentemente distanti, ma in realtà tutti con la stessa radice: la necessità di manifestare all'esterno un pensiero interiore.
La creatività, ad esempio, è un senso affine alla
vista, che però lavora su piani diversi; è una capacità
di vedere le cose in modo a volte analogico, cioè con
similitudini non-logiche, ma coerenti.
Nel senso estetico, la mia creatività cerca forme non
sempre simmetriche, ma ordinate, con accostamenti di colore a volte
azzardati ma mai casuali, linee regolari e piacevoli per l'occhio.
Tutto questo può aver voglia di esprimersi nel cucinare e
comporre un piatto, nel catturare con una fotografia un attimo di
luce particolare, o nell'inventare accostamenti di forme e colori
attraverso il disegno e la pittura.
Qui ci sono dei piccoli gioielli, fatti spesso con materiali
provenienti da vecchie collane ormai rotte, o nuovi ingredienti
mescolati in modo apparentemente asimmetrico... ma mai casuale.
Sono fatti con amore e soprattutto pensati
per le persone a me care :), che a volte ho anche venduto..!
Collana etnica in vetro, argentone e pietre dure; il tutto proveniente da alcune vecchie collane rotte o che mi avevano stufato.
Orecchini etnici in vetro e argentone
Collana in pietra di luna, agata ed argento
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ESSENZA IN CUCINA
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