Il luogo è la Valle Camonica, la Valle dei Segni, con il suo patrimonio di graffiti "a fatica" racchiusi in ben otto parchi dove, da circa il 10.000 a.c. fino al 1000 a.c. l'antica
e primitiva popolazione dei Camuni ha lasciato migliaia e
migliaia di incisioni. Storie di vita quotidiana, di caccia, di
rituali... Segni che ancora oggi gli storiografi non hanno saputo
interpretare davvero.
Dico “a fatica" racchiusi perché in
realtà si trovano sparsi su un territorio molto più grande, talvolta impervio da raggiungere di quello ufficialmente delimitato come Parco delle Incisioni rupestri. La Valle Camonica infatti si apre a
fondo valle affacciandosi sul lago d'Iseo, tra le provincie di
Bergamo e Brescia con un paesaggio abbastanza ampio; salendo però
va chiudendosi tra profili di alte montagne. Due su tutte, il Pizzo Badile che svetta con i suoi 3300 mt e il Concarena, carichi di
storia, di leggende e di magie in questo spazio profondamente segnato dalla presenza umana.
E' in questi luoghi -e per questi
luoghi- che nasce il progetto Cam-on eat: grazie alla volontà
e collaborazione del Distretto Culturale della Valle Camonica
con la Comunità montana, l'Associazione ristoratori
Valcamonica e l'Assorifugi Lombardia, con l'obiettivo di
promuoverne l'aspetto turistico enogastronomico attraverso la
conoscenza del suo patrimonio storico.
Parte da una ricerca e raccolta di
antiche ricette di famiglia, di usi legati ai prodotti spontanei del
bosco e della natura, condotta attraverso le testimonianze dirette
delle donne, che ha dato vita a ben due pubblicazioni: Erborare
– Storie di Donne e di cucina in Valle camonica, e Cam-on eat
– ricette e patrimonio della Valle Camonica.
Ecco allora che “Valle dei Segni”
diventa un brand, un marchio, un altro “segno” che si aggiunge al già
ampio patrimonio della Valle, che porterà nel futuro
una storia così antica.
Entrambi i libri sono stati presentati
nella conferenza d'apertura di venerdì 2 ottobre 2015 presso il
Palacongressi di Darfo Boario, alla presenza dei rappresentati dei
vari enti coinvolti. Preziosa è stata la loro testimonianza,
ciascuno portando il proprio punto di vista e la propria esperienza
nell'offrire quotidianamente a tavola, un piccolo pezzetto di
territorio attraverso i suoi prodotti.
Già nella scorsa primavera, in
apertura del progetto, sono stati chiamati tre grandi nomi della
cucina Bresciana noti a tutti nel campo della ristorazione:
Riccardo Camanini -una stella Michelin al Lido 84, Iginio
Massari, maestro pasticcere di impareggiabile esperienza e
Philippe Levèillé -due stelle Michelin al Miramonti l'altro-
che in tre manifestazioni differenti hanno scelto di proporre una
cucina fatta di rivisitazioni e reinterpretazioni delle antiche
ricette.
Straordinario è stato il risultato,
perché il grande spessore di questi esperti, molto attenti all'uso
delle materie prime del proprio territorio, ha potuto avvalersi di un
aspetto poco noto al giorno d'oggi -ma in uso da sempre in ogni
tradizione popolare-: la conoscenza e l'utilizzo delle erbe spontanee.
Si tratta di ingredienti che permettono allo chef di poter raccontare al suo ospite non solo un piatto, ma una storia. Questo modo di fare
comunicazione attraverso esperienze sensoriali importanti come il
gusto e la vista, può portare molto e, più di ogni altra parola,
può “lasciare un segno” dentro le persone che si
avvicinano a tutto questo.
Sabato 3 ottobre, si è invece
inaugurata, presso la Casa Museo di Cerveno, la Mostra
“Raccontare l'uomo che mangia” con la presentazione di
otto film per otto racconti, che possono darci la dimensione di come
il cibo sta nella nostra vita, come attraverso l'uso di strumenti ed
antiche tecniche possa dare forma a spazi e paesaggi, a un diverso
modo di pensare e ad una certa organizzazione sociale. Ogni racconto,
passando da un allevatore di bestie ad un casaro, da un allevatore di
piante ad un cercatore di erbe selvatiche, offre testimonianza di un
prezioso patrimonio -materiale e immateriale- fatto di strumenti ed oggetti, del
sapere che passa dall'esperienza delle mani. Vi ritroviamo quei gesti
che sanno raccontare l'Uomo che Ama, che offre Cura per i propri
animali, per il proprio spazio e territorio e per quanto è possibile
produrre... Grazie a questo mondo che (r)esiste, contro ogni logica
di globalizzazione.
In tema, molto bella la visita al vecchio Caseificio Turnario di Cerveno, nato negli anni '20 del 1900 dalla volontà comune di "consorziarsi" per gestire al meglio quella preziosa risorsa comune che era il Latte. Un caso esemplare di organizzazione sociale per un uso condiviso delle risorse, anche importanti e costose che singolarmente non sarebbe stato possibile acquistare. Attorno vi si intreccia l'imprescindibile patrimonio storico di questa piccola comunità.
Molte altre informazioni sono disponibili presso il Portale della Valle camonica, mentre vi invito a visitare il sito www.valledeisegni.it , dove potrete fare un virtuale (e magico!) percorso tra suoni e grafica, per creare il vostro graffito personalizzato, grazie al quale visitare tutti i contenuti presenti del sito, filmati e brevi documentari, notizie ed informazioni su questo grande patrimonio.
Molte altre informazioni sono disponibili presso il Portale della Valle camonica, mentre vi invito a visitare il sito www.valledeisegni.it , dove potrete fare un virtuale (e magico!) percorso tra suoni e grafica, per creare il vostro graffito personalizzato, grazie al quale visitare tutti i contenuti presenti del sito, filmati e brevi documentari, notizie ed informazioni su questo grande patrimonio.
Per questa bella e ricchissima
esperienza, un grazie di cuore a:
Maura, Massimo e Cristina