Un post per parlare di oleolito, ovvero come estrarre essenze da fiori e piante fresche. Ma prima di questo, un post dedicato a Simona, cara amica che in questi giorni mi ha chiesto come usare il rosmarino del suo generosissimo cespuglio e che, facendomi questa domanda, cioè affidandosi in qualche modo alla mia passione in questo campo, mi ha letteralmente (ri) aperto un file. Con l'occasione di darle qualche informazione, sono ritornata sui miei appunti del corso di riconoscimento delle erbe spontanee per uso edibile e fitoterapico. E dentro tutto questo mondo, che in qualche modo misterioso e sottile, sento appartenermi da tempi antichi, mi sono trovata di nuovo "a casa". Mi è tornata la voglia di uscire a cercare fiori, il desiderio di produrre e preparare nuove cose.
Recupero queste fotografie di qualche tempo fa, per dare a Simona qualche indicazione pratica per poter auto produrre oleoliti, ovvero un metodo semplice e naturale per estrarre oli essenziali dalla pianta senza bisogno di ricorrere a procedure complesse o all'ausilio di macchine troppo impegnative per l'uso casalingo.
Estrarre essenze attraverso la macerazione delle erbe in olio è una tecnica davvero antica. Si sa che fin dall'epoca degli egizi, circa 4000 anni fa, si utilizzavano oli di base (presumibilmente di mandorle, di girasole, di oliva) in cui porre a macerazione erbe e piante aromatiche, per fare in modo che i principi curativi in esse presenti potessero trasferirvisi, e utilizzare gli oli così ottenuti per strofinare la pelle e beneficiare appunto delle qualità attribuite alle piante e ai fiori.
L'oleolito si produce attraverso la macerazione dell'erba fresca, posta in un olio vettore, che mi piace chiamare anche olio portante, in quanto si fa "portatore" delle qualità più volatili proprie degli oli essenziali contenuti nell'erba fresca.
Gli oleoliti possono estrarre gli oli essenziali contenuti nella pianta fresca attraverso un metodo chiamato digestione solare: olio estrattore ed erba insieme, chiusi in un barattolo che rimarrà esposto al sole per almeno 30 giorni, e proprio il leggero calore del sole alzerà la temperatura del contenuto del barattolo, consentendo appunto il passaggio della parte essenziale nell'olio estrattore. Quando poi, al termine di questo tempo, si filtrerà il tutto, si otterrà un olio colorato e profumato, che potrà essere strofinato sulla pelle, secondo gli usi consigliati dalle caratteristiche curative della pianta.
Gli egizi utilizzavano anche tecniche più sofisticate, come l'enfleurage, che consente di estrarre anche dai fiori le essenze più lievi, che possono curare stimolando i nostri centri più sottili attraverso l'olfatto.
Ma ancora oggi produrre oleoliti in casa è qualcosa che contiene, ai miei occhi, un sapere antico, originario, e proprio per questo ancora così potente, nella bellezza dei suoi principi fondamentali. Per questo mi piace pensare che il Sole, attraverso la solarizzazione del vaso, con il naturale calore che può creare al suo interno, trasferisca all'oleolito le sue qualità superiori, che sono quelle della Volontà, della creatività, di forza e autorità illuminata.
Quelle che seguono non sono vere e proprie dosi, ma solo indicazioni per preparare un oleolito, anche se cercando approfonditamente in rete ho trovato quantità abbastanza precise in questo articolo. Per preparare i miei oleoliti mi sono affidata in un prima battuta alla lettura di alcuni articoli di questo genere, salvo poi adeguare le quantità alle mie esigenze.
Dosi e indicazioni
valide anche per altre erbe fresche, come rosmarino, lavanda, menta, salvia...
Fiori di calendula
una manciata di fiori di calendula freschi*
1 vasetto di vetro
dimensione adatta a contenere tutti i fiori che avete raccolto
Olio di mandorla dolce
la quantità che serve per riempire il vaso fino a coprire i fiori
Carta alluminio
per rivestire il vasetto durante l'esposizione al sole**
Ponete i fiori freschi nel vaso, senza necessariamente lavarli, decidete in base a dove li avrete raccolti... di solito crescono in contesti molto naturali e non trovo necessario doverli stressare per lavarli. Se riterrete utile farlo, asciugateli poi per bene tamponando, anche lasciandoli un poco su carta assorbente.
Riempite il vasetto con l'olio, facendo uscire tutta l'aria e arrivando abbastanza a filo. Chiudete con il suo tappo ed esponete al sole, in un luogo dove il sole possa irraggiarlo anche solo per mezza giornata, possibilmente al riparo dalla pioggia. Lasciatelo anche la notte, avendo cura di scuoterlo più o meno tutti i giorni.
Passati 30 giorni filtrate l'olio: potete usare un colino a maglie finissime, oppure della garza sterile, o dei teli per uso caseario. Spremete ben l'erba per estrarre al meglio gli oli. Conservatelo in vasetti di vetro scuro e usatelo a gocce, da massaggiare delicatamente sulla pelle in caso di arrossamenti e congestioni o irritazioni.
*Se farete l'oleolito usando altre erbe fresche, il consiglio è di disporle per una mezza giornata su carta assorbente disperderne un po' l'acqua. Poi, triturarle grossolanamente prima di invasarle, per agevolare il trasferimento dell'olio essenziale che contengono.
**Quest'operazione la consiglio solo in estate quando il sole è molto forte. Poiché il fiore di calendula io l'ho trovato a febbraio, quando il sole è ancora invernale e molto delicato, ho preferito lasciare il vasetto esposto direttamente alla luce solare. In estate consiglio di usare invece la protezione della carta alluminio, per preservare la durata dell'olio.
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