Oggi un post speciale, un guest post scritto in esclusiva per Essenza in cucina dalla redazione sito Frasicelebri.it, per parlare di consumo responsabile a tavola. La consapevolezza in cucina è qualcosa che fa parte della mia Visione della vita: non posso proprio pensare di fare la spesa senza guardare da dove proviene il cibo che acquisto, quanta strada fa per arrivare su quello scaffale, con quali materie prime è stato confezionato… è qualcosa che facevo già da molto prima di diventare foodblogger, prima di entrare in questo mondo che ha solo contribuito ad arricchire propensioni che già mi appartenevano.
Quando Frasicelebri.it mi ha contattato per proporre questo post, costruito prendendo spunto dalla citazione di frasi di personaggi noti, mi è subito piaciuta l'idea di poter dare spazio a riflessioni più approfondite sul tema dell'alimentazione consapevole, con una voce esterna alla mia. Nel sito Frasicelebri.it si trovano molti aforismi, molte citazioni da opere celebri e da personaggi famosi, che possono essere interessanti cenni per altrettanto interessanti approfondimenti.
Vi lascio alla lettura di questo piacevolissimo testo e, mi auguro, a una partecipazione meno passiva e più consapevole alle scelte alimentari. Perché promuovere un vero cambiamento spetta a noi, ogni volta che facciamo la spesa.
Oggi più che mai si
affaccia alla coscienza di ciascuno la necessità di pensare, e
ri-pensare, quelle cose che facciamo abitualmente e sulle quali, di
solito, non ci fermiamo molto a riflettere. Si tratta di abitudini
ormai consolidate, o tipologie di scelte che negli anni abbiamo
imparato a fare, sia per un certo demerito della pubblicità
accattivante, sia perché il mercato, che lo si voglia o no, ce lo ha
imposto.
Il
coinvolgimento di ognuno di noi con la macchina economica mondiale
passa, innanzitutto, per i nostri consumi quotidiani.
(FRANCESCO
GESUALDI, attivista
e saggista italiano)
Una via alternativa al
consumo smisurato e alle volte incosciente è quella del consumo
critico, o consumo consapevole, che ha a che fare con la presa di
coscienza delle persone di non essere solo consumatori passivi, ma di
poter essere attori e motori di un cambiamento più ampio a livello
globale.
Scegliere beni e servizi
pensando agli effetti sociali e ambientali che essi possono avere,
considerando fattori come la modalità di produzione, le modalità di
smaltimento, le caratteristiche del soggetto che produce, rende il
campo dell’alimentazione particolarmente vicino alle tematiche del
consumo critico.
“Mangiare
è l'atto più politico, militante e civile che possiamo compiere ed
è il primo passo per riconquistare il senso critico affinché il
nostro ruolo di consumatore si trasformi attivamente in
consum-attore.”
(PAOLA
MAUGERI, dal
libro “Las Vegans”)
Porsi domande su quello
che acquistiamo e consumiamo abitualmente è il primo passo verso
un’alimentazione responsabile, il primo atto rivoluzionario che
passa attraverso la nostra cucina. Alcuni tra i fattori che sono
oggetto di esame da parte di un consumatore consapevole sono la
provenienza e la stagionalità dei cibi che arrivano sulla nostra
tavola, l’imballaggio e l’impatto ambientale per la sua
produzione, il fatto che i produttori sfruttino o meno i lavoratori e
se siano o meno oggetto di campagne internazionali di boicottaggio a
causa di comportamenti lesivi sia dell’ambiente che dei diritti
umani.
Ho
bisogno di conoscere la storia di un alimento. Devo sapere da dove
viene. Devo immaginarmi le mani che hanno coltivato, lavorato e cotto
ciò che mangio.
(CARLO
PETRINI, gastronomo
e scrittore)
Riflettere su quello che
mangiamo non è soltanto risalire nella filiera produttiva fino ad
arrivare alla materia prima, ma è anche trattare gli ingredienti con
il rispetto e la cura che meritano. C’è un tempo per tutto, per
esempio, e pretendere di avere angurie rosse e gustose in febbraio o
coloratissimi ravanelli in dicembre è un vezzo che non possiamo
permetterci. Se vogliamo quei piselli verdissimi in ottobre,
dovremo essere disposti a tollerare lo sperpero di energia derivato
dalla coltivazione in serra, dalla necessità di surgelare il
prodotto e dal trasporto dai Paesi produttori. Non sarebbe più
bello, allora, aspettare maggio?
Attorno
al cibo si gioca una partita decisiva per salvare il pianeta, ma noi
occidentali sembriamo non rendercene conto, intenti come siamo a
desiderare e servire sulle nostre tavole, in ogni stagione, uva e
pomodorini pagati a caro prezzo.
(PIERO
RICCARDI, dal libro “Riprendiamoci il cibo”)
Uno
sguardo particolare va poi rivolto a quello che, in generale,
chiamiamo “spreco”. Pensiamo, per esempio, agli scarti delle
lavorazioni e ai prodotti lievemente ammaccati che non sono “di
bella presenza” e che qualcuno sceglie di non mettere nei propri
piatti, ma anche su quanta plastica e carta viene utilizzata per
imballare, conservare, proteggere il cibo che consumiamo, e che
spesso dimentichiamo di riciclare.
Il
tipo di spreco più pericoloso è quello che non siamo in grado di
riconoscere.
(Shigeo
Shingō, ingegnere giapponese)
Quale è allora la chiave
per interrompere un uso – e un abuso – del nostro pianeta, delle
nostre risorse, del nostro patrimonio umano? Riflettere prima di
tutto, riconoscere il proprio modo di utilizzare ciò che abbiamo a
disposizione, pensare ai nostri bisogni e valutare se la loro
realizzazione sia traducibile in un’alternativa più sostenibile.
Consumare consapevolmente, in altre parole, è la strada per
riconoscere il nostro ruolo di attori nelle scelte che facciamo,
anche in materia di cucina.
Autore del post: Frasicelebri.it
Autore delle fotografie: Cinzia Donadini - Essenza in cucina
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