Brioches... in venti minuti!


Li ho visti da Caterina -la cucina di Tatina- e mi sono subito piaciuti..
Mi sono detta "perché non coccolarsi, la domenica mattina" quindi detto, fatto!
Riporto le sue dosi, che io ho raddoppiato, realizzando in tutto 24 brioches.

250 g. di farina manitoba
90 di g. latte
60 g. di burro morbido
50 g. di zucchero semolato
1 fialetta di aroma vaniglia
1 uovo
(io gocce di aroma di limone)
1/2 cubetto di lievito fresco
la punta di un cucchiaino di sale

Per farcire:
marmellata


Ho preparato l'impasto di sera, prima di andare a dormire. Nel boccale del bimby (o nella vostra planetaria, o nella macchina del pane) inserite, con questo esatto ordine: latte, burro, sale, metà della farina, lo zucchero, la farina rimanente, l'aroma, le uova e il lievito (non sciolto). Azionate il programma impasto.
A ciclo ultimato...

Stendere a cerchio come una pizza, tagliare le fette e porre una punta di ripieno alla base di ciascuna fetta

Arrotolare ogni fetta partendo dalla base - Porre su una teglia con carta forno a lievitare, in forno spento, per tutta la notte
Per mantenere l'umidità, inserite nella parte bassa del forno una pirofila colma di acqua. Lasciate spazio tra un cornetto e l'altro, perchè gonfieranno.

Al mattino, accendere il forno a 200°, a freddo, cuocere le brioches per 10 min.
Basterà accendere il forno a 200° ventilato e in 13 - 15 minuti saranno pronti da gustare!!! Spolverate con zucchero a velo... io non l'ho fatto ma erano fantastici lo stesso


Ed eccole, tiepide per la colazione domenicale...  vero Luxury Style!

Non potevo mancare di mostrarvi come sono sparite le brioches, in un battibaleno!

Grazie Caterina, è stato un vero piacere.

Souffleé glaceé per MT challenge luglio




Oggi è l'ultimo giorno per l'MTC di luglio, fioccano post dappertutto sulla ricetta del mese, che finalmente è un dolce, il soufflé glacée.
Manco a dirlo, rispettanto in pieno la mia tradizione per l'MTC, non l'ho mai fatto. E nemmeno la meringa italiana.. anche questo mese gioco una mia prova personale, di crescita ovviamente. Grazie a Loredana, Dany e Ale.

Epperò si sa che quando si cucina qualcosa di nuovo le prime volte servono per "capire" il piatto, come dire per farlo tuo ed è poi solo allora che potranno venirti in mente le variazioni al tema.
Anche stavolta la mia preparazione è tradizionale, realizzata  proprio come ha fatto Loredana, addiritttura nelle stesse ciotoline, che a riempirle tutte fanno una dose "matrimoniale". E va bene così, è talmente delizioso e leggero questo dolce, che anche in doppia dose ci sta tutto. Salvo poi avere qualche effetto collaterale dovuto agli ingredienti... e qui mi fermo col sorriso stampato, perché daltronde, quelli avevo e quelli ho usato!

Soufflé Glaceé al profumo di strawberry vodka
e composta di prugne



meringa italiana
150 gr. zucchero
150 gr. sciroppo di prugne

soufflé
3 albumi freschi
200 ml panna fresca
250 ml. yogurt bianco
20 gr. fiocchi di frumento kelloggs
composta di prugne
strawberry vodka



Premessa: nei giorni scorsi ho preparato delle marmellate e composte con le prugne nostrane e del parentado. Come ho spiegato QUI, la mia tecnica consiste nel cuocere frutta e zucchero per circa mezz'ora, durante la quale l'acqua dei frutti si separa dalla polpa e forma uno sciroppo, carico non solo di zucchero, ma anche di preziosi sali biologici. Questo sciroppo può essere conservato in un barattolo di vetro per un po', in frigo in attesa di diventare un buon topping per una cheese-cake o una finitura per una panna cotta, o per farne caramelle geleé o anche... per essere aggiunto ad altro zucchero, scaldato a 121° ed entrare in un'ottima meringa italiana.
Aromatizzata in questo modo, la meringa prende una sfumatura piuttosto decisa nel gusto.
Per la realizzazione rimando al dettagliato post di Loredana o anche all'ottimo video di Montersino su youtube, dove si profonde in tecniche ed astuzie per ottenere una meringa doc: ho seguito passopasso anch'io.
Porre la ciotola in freezer, mentre si monta la panna a neve fermissima -senza altro zucchero aggiunto, lo sciroppo e la meringa ne contengono già molto-. Amalgamare, con movimenti molto lenti e dal basso verso l'alto, la panna con lo yogurt bianco che nel mio caso era il "Vipiteno" al limone, una vera squisitezza per controbilancicare la meringa dolcissima.
Amalgamare questo mix con la meringa, con mooolta attenzione a non smontare il tutto.

Per la formina, si crea attorno alla ciotola una sorta di corona con la carta-forno, fermandola con dell'elastico, il tutto per poter mettere spuma oltre il bordo ed ottenere così il caratteristico effetto spumeggiante del soufflé.
Ho preso circa 1/3 del composto e l'ho unito a 30 gr. di fiocchi kellogs di frumento, passati prima sotto un mattarello per sbriciolarli-ma-non-troppo. Quest'aggiunta, che mio marito non ha gradito molto, vuol essere una nota croccante ma leggera al tutto, poiché personalmente in questi dolci al cucchiaio mi piace arrivare alla fine e sentire qualcosa "rompere" la consistenza cremosa.
Ho formato un primo strato con questo composto, circa un dito di spessore, poi ho proseguito con l'altro vellutato, riempiendo le ciotole fin oltre il bordo di un piao di centimetri, che tanto c'è la carta. Porre in freezer fino a poco prima di servire -minimo 6 ore-.

Ecco le ciotole con le "corone" di carta forno
Prima di portare in tavola, velocemente scavare una fossetta al centro del composto, da riempire  con un un cucchiaino di vodka aromatizzata seguito dalla composta di frutta, io le prugne da cui veniva lo sciroppo.
Per il decoro: nella cottura della composta avevo inserito un mezzo limone a pezzetti, che a fine cottura erano canditi e di un colore semplicemente meraviglioso, li ho tenuti da parte apposta e ci stavano troppo bene, un mix tra il dolce e l'amaro, che fa la sua parte nel gusto complessivo.

Che dire, ancora una volta grazie all'MTC: stavolta ho scoperto un dolce semplicissimo, molto d'effetto e ottimo per le cene tra amici, poiché si prepara anche il giorno prima e rimane in freezer fino a poco prima di servire, che per una che arriva sempre all'ultimo come me, il dessert già pronto è il massimo!


Cum grano salis..


In cucina possiamo oggi usare tantissimi tipi di sale.
Non li ho assaggiati tutti, ma il solo poterne vedere un piccolo insieme come questo -che tengo nella mia dispensa-  dove ogni granello ha un sapore, un colore ed una presenza diversi, mi porta a riflettere: quanto può migliorare un piatto con quel certo pizzico di sale e quali sfumature di gusto possiamo percepire, scegliendo di aggiungere un certo sale piuttosto di un altro...



"Cum grano salis" letteralmente significa "con un grano di sale" e venne citata da Plinio il Vecchio nelle istruzioni per l'uso di un controveleno, da prendere appunto con un granello di sale.
Nel tempo la sua accezione più comune è cambiata, si usa per raccomandare "un pizzico di buonsenso". Come a dire che, con quel granello consapevole, le cose potrebbero essere migliori.

Esco dalla cucina per entrare nella vita di tutti i giorni e vedo che ognuno di noi è come un grano di sale. La nostra presenza, nella vita di chi ci vive accanto ne può cambiare il gusto.
Se scegliamo di portare un pizzico di frizzante allegria, i nostri amici sentiranno in noi questo sapore, allo stesso modo se scegliamo la cupezza e l'amarezza, il gusto di una serata passata in nostra compagnia ne avrà tutte le note tristi e malinconiche.
Scegliamo dunque i granelli migliori, cerchiamo in noi -consapevolmente e con disciplina- quel sale che in ogni situazione della vita possa valorizzarne il gusto, elevarlo ed esaltare le note della bellezza del vivere. Soprattutto quando una cosa è pesante, dolorosa e piena di fatica, scegliamo un granello speciale per esaltarne le qualità positive.

...cum grano salis, con un po' di buonsenso portiamo quel granello ad impreziosire la nostra vita invece di appesantirla. E' così che ogni giorno potrà essere migliore.


Insalata fredda di tonno e farro al sale rosso hawaiiano

dosi a piacere
tonno fresco
farro
foglie di insalata e radicchio di treviso
pomodorini ciliegia
cipolla fresca
olio extravergine -qui è di sesamo-
sale "Buono" -qui c'è il sale rosso hawaiiano-

Bollire il farro, scolarlo e passarlo sotto acqua fredda.
Tagliare a cubetti la fetta di tonno e saltare su una piastra calda.
lasciar raffreddare e comporre il piatto a piacere insieme alle verdure, condire con un filo d'olio e granelli di sale.





Melone e finocchio: coppia a sorpresa


Un'insalata il cui gusto mi ha sorpreso..
Mi capita a volte di far girare le palette della memoria e trovare qualche traccia di ricette viste o lette, che mi sono piaciute ma che non ricordo bene per non averle magari segnate.
Allora completo, per così dire a mia immagine e somiglianza. A volte mi sembra di sfidare gli accostamenti di sapore, salvo poi rimanere meravigliata dalla piacevolezza del contrasto.
E' il caso di questa coppia, inaspettatamente piacevole ed estiva al massimo.
Piacevole l'ho trovata anche per occhi... con queste tinte tenui e delicate.
L'ho proposta a degli amici, invitati a cena un paio di sere fa, come antipasto fresco ed estivo -fa niente se fuori si preparavano i nuvoloni delle streghe- e la soddisfazione è stata grande forse proprio perché mi pare d'averla inventa io quest'insalata. *
Le foto sono un po' troppo azzurre, daltronde l'ora e la luce non eran delle migliori e il fotoritocco non è tra i miei talenti (non ancora, si sa mai!)





Insalata fresca di melone e finocchio
per 4 persone

2 finocchi di media grandezza
1/2 melone
1 vasetto di yogurt bianco intero
1 cucchiaio colmo di senape
gocce di limone
olio extravergine buono -io olio di sesamo-
fleur de sel
misto bacche (pepe rosa, bianco, nero, coriandolo)
finocchietto (lo trovo all'esselunga)

Pulire il melone ed affettarlo a vostra fantasia, io sono partita dal fondo dell'ovale, ottenendo delle fette simili a quelle del salame ;).
Pulire il finocchio ed affettarlo sottilmente.
In una ciotola, unire lo yogurt, la senape e le gocce di limone in una salsa cremosa da accompagnare sui piatti. Servire con un giro di "pepi" al mulinello e grani di fleur de sel, qualche barbetta di finocchietto. Al limite potete tener da parte le barbe del finocchio stesso..
A proposito del sale, vorrei dire che non è la stessa cosa usare il sale fino sparso, perché sala molto di più dei grani del fleur de sel (o di un sale grosso macinato al momento) che invece resta intero e croccante mentre si mastica, dando un sapore ed un piacevolissimo contrasto alla dolcezza del melone.




Mando questa ricetta a Paola, del blog La cucina di Paola Brunetti,
per il suo contest "ricette col melone"


* PS: ora mentre sto per postare il link al contest, vedo tra i titoli di altre ricette, quella di Silvia di "acqua e farina" che ne ha messa una versione con anche gli scampi: e ovviamente rido perché lo so che in cucina non si inventa più nulla! Brava Sississima!

Casoncelli alla bergamasca

Casoncelli bergamaschi freschi appena fatti


Non è proprio un piatto estivo, è vero, ma a volte anche a luglio vengono certi nuvoloni da streghe e pentoloni... e allora ci può stare che per una di queste sere da 17 gradi si decida per un buon piatto tradizionale.  Io non li avevo mai fatti e, cosa da non credere, mi sono anche guardata un video su youtube, dove un bravo cuoco -chiedo scusa se non ricordo il nome- li realizzava in diretta.

La ricetta invece è mia e mi spiego: girano in rete ricette dove si dice che il ripieno nasceva per riciclare gli avanzi.. non è proprio così. Questo piatto della tradizione bergamasca nasce con ingredienti poveri e molto tipici della zona, non sono avanzi, sono alimenti del nostro territorio.
Il fatto che nelle valli non si potessero fare grandi coltivazioni di frumento, fa si che la farina usata per la pasta fosse considerata assai preziosa, come anche le uova impiegate, centellinate attentamente... la pasta è molto più chiara di quella usata per i tortellini. Erano il piatto delle feste.
Il ripieno utilizza molto pangrattato, molto prezzemolo, un po' d'aglio, poco parmigiano grattugiato -poco, perché anch'esso era prezioso-, le uova e la salsiccia fresca, quella che viene impiegata per fare i "cotechini" e la "loanghina", ovvero salsicce, salamelle, luganiga e via così a seconda dei luoghi.
Nel casoncello della mia zona non c'è altro, piacendo ci si aggiunge della mortadella tritata.
In rete si trovano specificati anche ingredienti come uvetta, amaretti o pinoli.. che proprio non sono tipici del nostro territorio!
Se invece volete un'alternativa sempre molto bergamasca, potete vedere anche gli Scapinocc di Parre.


Casoncelli della Valseriana, con la pancetta il burro e la salvia croccante
Pasta fresca
300 gr. farina
1 uova
120 gr. acqua
1 cucchiaio d'olio

Ripieno
200 gr. salsiccia o luganiga fresca
100 gr. mortadella
80 gr. pangrattato
20 gr, parmigiano
1 uovo
aglio, prezzemolo, sale

La pasta l'ho impastata col bimby... ma per le puriste, va messa una fontana di 500 gr. di farina sulla spianatoia e, dentro la fossetta centrale, vanno messi uova, acqua, olio e sale, "sbattuti" con la forchetta che man mano allarga il cerchio e incorpora viavia la farina. Quando l'impasto non si può più gestire con la forchetta, iniziare a lavorarlo con la punta delle dita fino a farne una pallottola dalla consistenza piuttosto morbida, sul genere della pasta per la pizza. Allontanare allora l'eccesso di farina, pulire bene con una spatola il piano di lavoro, infarinarlo ed iniziare a lavorare l'impasto a mano per legare bene gli ingredienti. Poi si parte di mattarello. Io invece ho usato la cara vecchia Marcato; ho tagliato l'impasto in cilindretti grossi come due pollici e li ho tirati uno per uno, per avere delle strisce.

Lascio alle foto il compito di spiegare i semplici passaggi per realizzare il casoncello: un buon coppapasta del diametro di 5 cm. ed un pennello con l'albume da passare quando si chiudono, perché tengano in cottura.

Tirare fino al n. 6 ed ottenere delle strisce larghe circa 10 - 11 cm.


Formare delle ciliegie di ripieno e disporle distanti circa 5-6 cm. tra loro


Questo è il ripieno, di consistenza pastosa: se avanza ottime le POLPETTE!


Si cuociono in acqua bollente salata, un po' alla volta e man mano si scolano, vanno tenuti in una bella pentola saltapasta, dove avrete fatto dorare della pancetta a dadini, insieme al classico burro e salvia. Un'ultimo salto prima di impiattare e una manciata di parmigiano.
Li hanno mangiati anche i miei figli così schifiltosi, quindi sono proprio un buon piatto..



Non sono la bellezza né la perfezione, ma sono rustici e tanto gustosi!

PS... un commento doveroso: dopo due giorni di pubblicazione, inaspettatamente, questa ricetta ha ricevuto molte più visite di quel che pensavo per dei rustici casoncelli, che comunque sono un piatto veramente amato nella nostra zona, non c'è ristorante che non li proponga di routine. Questa cosa mi fa tantissimo piacere, soprattutto perché "smonta" la mia convinzione che sono i dolci a spadroneggiare nei blog. Invece piacciono anche le ricette vere, semplici e tradizionali. Grazie!

Questa ricetta è stata tra le selezionate tra le vincitrici contest della Molino Chiavazza per le paste regionali, a cui partecipava: Grazie!

Marmellata di Gocce d'oro alla vaniglia



Prugne della varietà Goccia d'oro
Continua la produzione dell'albero di mio zio e continua anche il nostro lavoro di valorizzazione di questi ottimi e genuini prodotti.
 
Marmellata di prugne Goccia d'oro alla Vaniglia

2 kg. prugne varietà Goccia d'oro
già denocciolate e fatte a pezzetti
1 kg. zucchero
1 limone a fettine
2 baccelli di vaniglia

Porre a macerare le prugne per un paio d'ore in una pentola capace, insieme ad un terzo dello zucchero e con il limone. Dopo questo tempo, aggiungere il resto dello zucchero, la vaniglia* e cuocere per circa 10 min. tenendo mosso il composto per aiutare la frutta a sfaldarsi almeno un po'. Dopo questo tempo, con un mestolo piccolo procedete a togliere parte del succo liquido che si è formato. Io l'ho raccolto in un vaso -con queste dosi era un vaso da 400 ml- sterilizzato e l'ho chiuso subito. Raffreddandosi ha formato il sottovuoto. Conservo questo succo dolcissimo da diluire con poca acqua tiepida e gelatina in fogli, per il topping di qualche torta fresca alle creme bianche, tipo cheese cake. O anche come sciroppo di base per dei fantastici succhi di frutta.
Riaccendere il fuoco e portare a calore discreto la marmellata; appena arriva fare le bolle ai bordi della pentola **, iniziare ad invasarla in barattoli di vetro sterilizzati, chiuderli subito, in maniera che si formi il sottovuoto raffreddandosi.

*Per la vaniglia, aprire il baccello a metà per il lungo e raschiare bene la polpa all'interno per aiutarne la dispersione tra la frutta, poi comunque lasciare cuocere insieme al tutto anche i baccelli svuotati. Se si vuole passare con il minipimer, è meglio togliere i baccelli, che sono legnosi e non devono essere frullati.
Io li ho tagliati a tocchetti di qualche centimetro ed inseriti, uno per ogni vasetto.

**Se la preferite liscia, questo è il momento di usare il minipimer. Io stavolta ho lasciato i pezzi.
Il sistema di raffreddamento e riscaldamento, non so per quale principio, fa sì che la marmellata si addensi in un tempo molto breve. Io l'ho scoperto casualmente ma ho trovato poi ricette in cui se ne parla.

Mando questa ricetta al blog Dolcezze di Nonna Papera per il contest "Metti la natura sotto vetro"

Biscottini ... bambini, pistole e pallottole

A impastare ci pensa il bimby, a tirarli ci penso io, con le formine fanno LORO.. i bambini!
Si divertono da matti e quando li coinvolgo non vedono l'ora di fare anche aeroplanini con la pasta di pane, faccine di frolla con le gocce di cioccolato e mille altri pasticci  fantasiosi.
Questa volta però abbiamo voluto esagerare, abbiamo preso la pistola sparabiscotti e per inaugurarla ho scelto i SUOI, biscotti di cui ho già parlato QUI, sono famosissimi  ed hanno una consistenza perfetta per la pistola. Era troppo divertente, ne ho fatti due impasti, passando in rassegna le varie mascherine, per biscotti di forma differente.

Massimo, "terrore in cucina"!

...non è comunque facile stare dritti sulla teglia
I bambini alla fine erano entusiasti ed i biscottini erano talmente buoni che sono stati pappati da tutti con tanta felicità.


L'altro giorno ho trovato, sul blog di Crisania  un'altra ricetta per la sparabiscotti

Biscotti alla frolla montata


Ingredienti:
- 300 grammi di farina 00
- 75 grammi di zucchero semolato
- 100 ml di panna liquida
- 65 grammi di burro morbido
- 1/2 bustina di lievito
- 1 pizzico di Fleur de Sel

Con tanta buona volontà, ieri poco prima della cena ho preparato questo impasto per un'altra infornata, che avrei voluto fotografare con maggiore attenzione e partecipare in maniera decente al contest di Gianni, ma complice la fretta non ho pesato bene la farina, che va aggiunta mentre la macchina impasta; ... e ne è entrata un po' troppa! L'impasto non si poteva più "sparare con la pistola". Ma poiché di necessità si fa virtù, niente pistola ma  pallettoni...(ma quanto mi fa ridere questa accoppiata!!!) e niente foto mentre si impallottola, dato che poi si è fatto tutto dopo cena, ovvero senza più luce naturale.

Per ingentilire quelli che altrimenti sarebbero stati pallettoni di piombo, una piccola fossetta ed una punta di marmellata di meravigliose prugne Goccia d'oro alla vaniglia.
Alla fine di tutto quanto, al momento di mangiarli, non ne sono certo rimasti, segno che la bontà della ricetta c'era tutta quanta.
La prossima volta imparo a fare le cose con calma, 'ché la fretta è cattiva compagna, e faremo a Crysania l'onore che merita.

Mando questo post a Gianni del blog La mia cucina, per il suo bellissimo contest "Cucina a prova di bambino" - cucinati con loro.

Caro Gianni, pazienza se stavolta non sento di aver fatto quello che volevo però, con tutto il cuore, questo è quello che facciamo nella nostra cucina quando vogliamo spadellare un po' insieme

Zucchine in agrodolce

 


Un piatto molto goloso, freschissimo e perfetto in queste giornate calde, da gustare con qualche fetta di pane rustico, magari di contorno a della carne bianca alla piastra: ecco al volo una cena leggera, che aiuta a combattere il caldo.
Se poi la verdura viene da orti amici, la bontà e la salutarità vanno a braccetto!
Si preparano in anticipo, l'ideale è farle di sera e lasciarle in frigo fino al giorno dopo.
La mia amica Francesca, che mi ha passato la ricetta, dice che possono anche essere disposte in vasetti sterilizzati, riempiti poi d'olio per coprire e conservare meglio...
In questo modo si mantengono fino all'inverno. Io però non resisto e me le mangio fresche, sono veramente ottime!

Zucchine agrodolci
Zucchine in agrodolce
1 kg. zucchine
3 cipollotti freschi
1 bicchiere aceto di mele
2 bicchieri olio extra buono
1 cucchiaio di zucchero
sale a discrezione
foglie di basilico fresco
origano e timo - anche secchi -

Pulire bene le verdure, tagliare a rondelle fini le zucchine ed i cipollotti freschi, io metto anche un poco dele foglie verdi. Mettere tutto in una pentola capiente, insieme all'aceto, all'olio e tutti gli altri ingredienti.
Mischiare delicatamente, pure con le mani, chiudere con il coperchio, accendere il fuoco e portare a bollore, lasciando sobbollire per 5 minuti non oltre, poi spegnere e lasciare raffreddare. Servire fredde.
Qualcuno a volte chiede se non va messa l'acqua ed è corretto: NON va aggiunta acqua, le zucchine la rilasciano in cottura e il piatto è perfetto così.

Tarte aux mirabelles


In Italia si chiamano Goccia d'oro e sono una dolcissima varietà di prugne che viene a maturazione nel mese di luglio.
La fonte di questa cassetta ricevuta in dono è, per così dire "diretta": l'albero di mio zio Gianni, che ogni anno riempie la parentela di preziose gocce d'oro.
E quale fine migliore se non una bella tarte "fronscese", che anche Trish Deseine pubblica sul suo libro "Piccoli spuntini tra amici" - Guido Tommasi editore-. Lei cita proprio le mirabelles, le gocce d'oro, ma potete usare quelle che avete, anche le Regina Claudia sono squisite, oppure le viola che sono molto scenografiche.
La preparazione è semplice, una buona frolla, secondo la vostra ricetta migliore o magari anche pronta -onore alla Parodi ;)-  e una decina di prugne lavate, asciugate, private del nocciolo e disposte con garbo sulla superficie della teglia foderata di pasta.
Io questa volta ho usato un impasto particolare, una frolla aromatizzata al limone, che in fase di cottura profumava tutto il forno.. e sulla superficie una bella spolverata di zucchero di canna prima di infornare, il mascobado che ho trovato al commercio equo-solidale è fantastico!


Pasta Frolla al limone
220-240 gr. farina 00
60 gr. burro
80 gr. zucchero + un paio di manciate
1 tuorlo
succo + scorza di mezzo limone



Mettere tutti gli ingredienti nel mixer e formare una sorta di composto bricioloso, da versare poi sulla spianatoia e lavorare con le mani velocemente, formando una palla, che va lasciata riposare una mezzora al fresco. Stenderla col mattarello, ponendola tra due fogli di cartaforno, che aiuteranno molto nel posizionarla in teglia (diam. 24cm.). Ho precotto la base a secco, bucherellando il fondo, per 8 min. a 200gr. statico, poi l'ho tolta ed ho velocemente sparso un paio di cucchiai di zucchero sul fondo, le prugne e cosparso ancora con lo zucchero, rimesso in forno per altri 15 min.
Le prugne, come dicevo, vanno lavate, asciugate, tagliate per togliere il nocciolo e disposte ordinatamente.

Le "Gocce d'oro" a poche ore dal raccolto



Questa ricetta va a Libera, del blog Accantoalcamino, che questa settimana
ospita l'iniziativa WHB 291
Weekend Herb blogging, gestita da Haalo attualmente in carica, con Kalyn l'ideatrice americana e Brii organizzatrice italiana.

Caponatina... in bruschetta!



Non ho mai letto un libro di Andrea Camilleri. In casa ho "La pazienza del ragno" che ho tentato di leggere, ma... non ci riesco. Forse non riesco a superare le fatidiche quaranta pagine che ti portano "dentro" l'atmosfera della storia, che poi ti cattura e ti fa arrivare fino in fondo, col fiato sospeso o con un sorriso di sorpresa. Pensare che i gialli e i polizieschi mi sono sempre piaciuti tanto..
Quando ho letto per bene il contest di Claudietta nel suo magnifico Mon petit bistrot però, mi sono detta che era un peccato non provarci, sia per il contest, che scade oggi, sia per tentare seriamente con la lettura delle avventure del commissario più famoso d'Italia. Non è mai troppo tardi!
Sono sempre quella che viaggia sul filo di lana, magari sarei arrivata all'ultimo anche se avessi pensato fin da subito una ricetta "apposta".
Invece non ho pianificato proprio nulla, ho fatto un giro nel sito suggerito da Claudietta, il Fan club di Camilleri QUI, scegliendo la caponatìna, a cui ho solo messo un piccolo baffetto per personalizzare e rendere "diversa" una ricetta ormai storica della cucina siciliana, collaudatissima in Italia tanto al sud quanto al nord: la caponata con le melanzane.


Le bruschette e la caponatìna del Commissario Montalbano


2 grosse melanzane viola
2 gambi di sedano
600 gr. di salsa di pomodoro
(fatta con la passata, cipolla, olio buono e basilico)
180 gr. olive denocciolate (io verdi)
50 gr. capperi sottosale
una manciata di mandorle tostate
riduzione* di aceto balsamico al miele
pane rustico a fette

Tagliare le melanzane a dadi e metterle a bagno in acqua fredda e ben salata. Preparare la salsa di pomodoro.
In una pentola molto capiente, scaldare dell'olio e far saltare il sedano tagliato a cubettini, aggiungere le olive ed i capperi leggermente lavati dal sale, cuocere pochi minuti e spegnere. Quando si sono intiepidite, aggiungere la salsa di pomodoro. Nel frattempo scaldare bene l'olio e friggere le melanzane, scolandole al meglio e lasciandole su carta assorbente.
Aggiungere anche quest'ultime al composto di salsa con le olive e chiudere con una spolverata di mandorle tostate.
Tostare del pane casereccio, che nel mio caso ho preparato ieri in giornata con farina ai 7 cereali Molino Spadoni e lievito madre in coltura liquida. L'ho passato 2 minuti -DUE- al grill caldo ed ho servito le bruschette con la caponatina aggiungendo col cucchiaino la riduzione* di aceto balsamico al miele, che ciascun commensale può dosare a piacimento. Il suo gusto, insieme alle mandorle è una cosa fantastica!


La riduzione di aceto balsamico si prepara ponendo in un pentolino circa 200 ml. di buon aceto balsamico e 2 bei cucchiai di miele. A fuoco dolcissimo lasciar cuocere fino a che si riduca alla metà: a quel punto avrà anche la consistenza del caramello. Si conserva in barattolo di vetro chiuso, in frigo, per parecchio tempo.. mesi. Io l'ho usata su risotti, insalate con carne e verdure, sulla cheese cake alle fragole... e sulla bruschetta con la caponatìna del commissario ;))





Questa ricetta è per il contest del blog Mon Petit Bistrot

100 post ed un nuovo vestitino!

Che ve ne pare, non è carino? Tutto è nato da un commento di Maricruz, del blog La cocina de Blo. Ovviamente sono andata a trovarla a casa sua, dove ho fatto un giretto -molto molto piacevole- e ho visto che oltre a fare belle ricette, stupende foto e scrivere benissimo, si occupa anche di template su piattaforma blogger. Il suo negozio virtuale è Cappuccino Factory ed è qui che ho trovato una cosa di cui avevo proprio voglia: una veste nuova, con uno stile che restituisse a chi mi legge l'immagine di quell'ordine e quel rigore tutto mio.

E poi questo è il centesimo post: due cose che vanno assolutamente festeggiate.
Quale occasione migliore di uno "sbaglio & riciclo".. ovvero la mia classica Essenza in Cucina ;)
Questa è una crostata nata dall'aver recuperato un impasto per fare biscotti con la pistola sparabiscotti, prendendo spunto da un altro già fatto, che si era rivelato ottimale (LEI è sempre una garanzia, davvero). Infatti il risultato era stato dei più graditi!

Biscotti con la maionese - di Arabafelice - fatti con la pistola sparabiscotti

Ma si sa che le sostituzioni sono sempre a rischio perché a forza di modificare..


Pasta Frolla
(modificando i biscotti dell'Arabafelice)

280 gr. farina 00
100 gr. burro
80 gr. zucchero
50 gr. ricotta
40 gr. vino bianco da tavola
una punta di bicarbonato

 
...non è certo poi che si arrivi dove si pensava.
Queste le mie sostituzioni alle dosi dei biscotti dell'Arabafelice: al posto dei 90 gr. di maionese ho messo 50 gr. di ricotta e 40 gr. di vino bianco frizzante, niente uovo, stessa dose di farina, burro e zucchero un po' più abbondante. Il risultato aveva una consistenza molto bella ed elastica per la lavorazione, peccato che la sparabiscotti non riuscisse a troncare questa pasta poco meno che gommosa. Quindi ho cambiato subito direzione, pensando ad una base per crostata.
Ho steso quindi una base ponendo l'impasto tra due fogli di cartaforno per tirare e posizionare meglio in teglia. Rivestito la teglia con i bordi ben rialzati e messa in forno a 200 gr. per 7/8 minuti. Intanto ho preso due belle pere grandi, mature e dolcissime, della qualità decana, le ho affettate.
Avendo ormai aperto il barattolo di ricotta, decido di finirlo, quindi in una ciotola sbatto 2 uova, 4 cucchiai colmi di zucchero, gocce di essenza di limone (vanno bene anche scorza grattugiata e qualche cucchiaio di succo) e la ricotta. Ricapitolando:

La farcitura della crostata

2 pere grosse
200 gr. ricotta
80 gr. zucchero
limone (essenza oppure succo+scorza)


Quindi tolgo dal forno la base in fase di cottura e velocemente ne rivesto il fondo con le fettine di pere e chiudo il top con la crema di ricotta. Rimetto a cottura per circa 20 min. a 200 gr. ventilato.
Ne è risultata una torta di una morbidezza sorprendente; questa pasta frolla non ha la friabilità burrosa della classica, ma rimane più leggera, morbida, compatta -pur essendo senza uovo-ed è piaciuta tanto.
© ESSENZA IN CUCINA

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