11 ottobre 2015

La Valle dei Segni. Nel segno di una Storia...


...di un week end assolutamente magico, di cui oggi vi voglio raccontare.
Il luogo è la Valle Camonica, la Valle dei Segni, con il suo patrimonio di graffiti "a fatica" racchiusi in ben otto parchi dove, da circa il 10.000 a.c. fino al 1000 a.c. l'antica e primitiva popolazione dei Camuni ha lasciato migliaia e migliaia di incisioni. Storie di vita quotidiana, di caccia, di rituali... Segni che ancora oggi gli storiografi non hanno saputo interpretare davvero.
Dico “a fatica" racchiusi perché in realtà si trovano sparsi su un territorio molto più grande, talvolta impervio da raggiungere di quello ufficialmente delimitato come Parco delle Incisioni rupestri. La Valle Camonica infatti si apre a fondo valle affacciandosi sul lago d'Iseo, tra le provincie di Bergamo e Brescia con un paesaggio abbastanza ampio; salendo però va chiudendosi tra profili di alte montagne. Due su tutte, il Pizzo Badile che svetta con i suoi 3300 mt e il Concarena, carichi di storia, di leggende e di magie in questo spazio profondamente segnato dalla presenza umana.


E' in questi luoghi -e per questi luoghi- che nasce il progetto Cam-on eat: grazie alla volontà e collaborazione del Distretto Culturale della Valle Camonica con la Comunità montana, l'Associazione ristoratori Valcamonica e l'Assorifugi Lombardia, con l'obiettivo di promuoverne l'aspetto turistico enogastronomico attraverso la conoscenza del suo patrimonio storico.
Parte da una ricerca e raccolta di antiche ricette di famiglia, di usi legati ai prodotti spontanei del bosco e della natura, condotta attraverso le testimonianze dirette delle donne, che ha dato vita a ben due pubblicazioni: Erborare – Storie di Donne e di cucina in Valle camonica, e Cam-on eat – ricette e patrimonio della Valle Camonica.
Ecco allora che “Valle dei Segni” diventa un brand, un marchio, un altro “segno” che si aggiunge   al già ampio patrimonio della Valle, che porterà nel futuro una storia così antica.
Entrambi i libri sono stati presentati nella conferenza d'apertura di venerdì 2 ottobre 2015 presso il Palacongressi di Darfo Boario, alla presenza dei rappresentati dei vari enti coinvolti. Preziosa è stata la loro testimonianza, ciascuno portando il proprio punto di vista e la propria esperienza nell'offrire quotidianamente a tavola, un piccolo pezzetto di territorio attraverso i suoi prodotti.

Già nella scorsa primavera, in apertura del progetto, sono stati chiamati tre grandi nomi della cucina Bresciana noti a tutti nel campo della ristorazione: Riccardo Camanini -una stella Michelin al Lido 84, Iginio Massari, maestro pasticcere di impareggiabile esperienza e Philippe Levèillé -due stelle Michelin al Miramonti l'altro- che in tre manifestazioni differenti hanno scelto di proporre una cucina fatta di rivisitazioni e reinterpretazioni delle antiche ricette.


Straordinario è stato il risultato, perché il grande spessore di questi esperti, molto attenti all'uso delle materie prime del proprio territorio, ha potuto avvalersi di un aspetto poco noto al giorno d'oggi -ma in uso da sempre in ogni tradizione popolare-: la conoscenza e l'utilizzo delle erbe spontanee. Si tratta di ingredienti che permettono allo chef di poter raccontare al suo ospite non solo un piatto, ma una storia. Questo modo di fare comunicazione attraverso esperienze sensoriali importanti come il gusto e la vista, può portare molto e, più di ogni altra parola, può “lasciare un segno” dentro le persone che si avvicinano a tutto questo.

Sabato 3 ottobre, si è invece inaugurata, presso la Casa Museo di Cerveno, la Mostra “Raccontare l'uomo che mangia” con la presentazione di otto film per otto racconti, che possono darci la dimensione di come il cibo sta nella nostra vita, come attraverso l'uso di strumenti ed antiche tecniche possa dare forma a spazi e paesaggi, a un diverso modo di pensare e ad una certa organizzazione sociale. Ogni racconto, passando da un allevatore di bestie ad un casaro, da un allevatore di piante ad un cercatore di erbe selvatiche, offre testimonianza di un prezioso patrimonio -materiale e immateriale- fatto di strumenti ed oggetti, del sapere che passa dall'esperienza delle mani. Vi ritroviamo quei gesti che sanno raccontare l'Uomo che Ama, che offre Cura per i propri animali, per il proprio spazio e territorio e per quanto è possibile produrre... Grazie a questo mondo che (r)esiste, contro ogni logica di globalizzazione.


In tema, molto bella la visita al vecchio Caseificio Turnario di Cerveno, nato negli anni '20 del 1900 dalla volontà comune di "consorziarsi" per gestire al meglio quella preziosa risorsa comune che era il Latte. Un caso esemplare di organizzazione sociale per un uso condiviso delle risorse, anche importanti e costose che singolarmente non sarebbe stato possibile acquistare. Attorno vi si intreccia l'imprescindibile patrimonio storico di questa piccola comunità.


Molte altre informazioni sono disponibili presso il Portale della Valle camonica, mentre vi invito a visitare il sito www.valledeisegni.it , dove potrete fare un virtuale (e magico!) percorso tra suoni e grafica, per creare il vostro graffito personalizzato, grazie al quale visitare tutti i contenuti presenti del sito, filmati e brevi documentari, notizie ed informazioni su questo grande patrimonio.

Per questa bella e ricchissima esperienza, un grazie di cuore a:

Maura, Massimo e Cristina


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4 commenti

  1. La Val Camonica era uno dei luoghi d'infanzia di mia mamma. Figurati se non ci sono legata!!! Leggerò il tuo post con calma go dendomelo tutto! Ciao Cinzia :)))

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    Risposte
    1. Ma davvero Fausta? Anche per me è un posto di "radici" :)
      bello! Un abbraccio a presto

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  2. bellissimo e ben dettagliato racconto Cinzia! sono davvero tantissime le cose da raccontare di questo weekend di emozioni vissute in parte insieme =D .. Ed io c'ero ;)

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  3. Che bello ritornare qui! E' tanto che non ti leggo ma è sempre un piacere grande! Belle queste occasioni e soprattutto bell la Val Camonica! Un bacione cara Cinzia!

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